(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 13 ott. - Arrabbiati, combattivi e con le idee chiare, ecco i giovani che venerdì sono scesi in piazza per il corteo contro la riforma della scuola e il Jobs Act del piano Renzi. I pareri sono compatti, il no all'introduzione dei privati nelle scuole è forte come le voci nei megafoni che incitano i compagni ai cori. "Lo Stato si vuole scollare questo dovere", afferma Alberto, 17 anni, "un privato non ti finanzia una scuola senza un rendiconto. I soldi ci stanno, altrimenti non spenderemmo 9 miliardi per dei cacciabombardieri".
L'ennesima operazione di marketing, senza contenuti veri che riescano a far progredire la condizione di stasi in cui scuola e università si trovano, è l'argomento caldo che viene sottolineato con voce ferma da Francesco, rappresentante degli studenti del Virgilio: "Non ci hanno mai ascoltato, il piano Renzi non dà soluzione ai nostri problemi, le scuole cadono a pezzi". Gli studenti non fanno sconti e parlano anche di come il Jobs Act "invece di fornirci un equilibrio, ci pone in una situazione ancor più precaria", parole di Elisa, studentessa universitaria fuori sede.
Il tour "La buona scuola", che ha l'obiettivo di raccogliere opinioni e consigli per migliorare la scuola italiana, almeno per ora, non è stato accolto positivamente dagli studenti che si sono ritrovati in piazza.
Qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=I8le6ygw9xo&list=UUKdHeHNW1PEzl8D5JwZbPfw Dalle piazze arrivano le rivendicazioni degli studenti. "I 10 monumenti nelle 10 piazze parlano chiaro: le nostre mobilitazioni sono fatte per costruire rivendicazioni reali sentite dagli studenti- si legge in una nota della Rete- Venerdì mattina davanti al Colosseo abbiamo chiesto partecipazione, per una consultazione vera e non soffocata".
Dichiara Alberto Irone, portavoce Rete degli Studenti Medi: "Abbiamo continuato a Siracusa, all'interno del teatro greco, rivendicando una scuola pubblica aperta a tutte e tutti. A Firenze, davanti al David di Michelangelo, abbiamo chiesto lavoro e diritti per il nostro futuro. Da piazza Santo Stefano a Bologna vogliamo diritto allo studio garantito dallo Stato. Dal ponte degli Scalzi di Venezia spazi di aggregazione in ogni città. Dalla Fontana Maggiore di Perugia rivendichiamo l'innalzamento dell'obbligo scolastico a 18 anni. In Piazza del Popolo, ad Ascoli, la Riforma dei cicli. Da piazza San Sepolcro a Cagliari vogliamo una scuola inclusiva che combatta la dispersione scolastica. Da Campo dei Miracoli, a Pisa, accesso alla cultura per tutti gli studenti del nostro paese. Dal Teatro Massimo di Palermo accesso al welfare studentesco per combattere efficacemente impoverimento e crisi economica".
Conclude il portavoce "Davanti alle grandi bellezze del paese, abbiamo rilanciato le nostre rivendicazioni per la Buona Scuola. Vogliamo dire con forza e chiarezza che non può esitere Buona Scuola senza Buona città a misura di studente, Buon Lavoro, garantito da diritti e tutele in questo momento messe in discussione".
Gianluca, Scuccimarra, Coordinatore dell'Unione degli Universitari, dichiara: "Il Premier non può usare la condizione giovanile come uno slogan fine a sé stesso. E' ora che la politica si prenda le sue responsabilità dando risposte reali ad una generazione precaria privata del proprio futuro. La stessa generazione che oggi è in tutte le piazze per dire che è la Grande Bellezza di questo Paese e che ha fame di diritti e cambiamento". Gli studenti "si stanno riprendendo una fetta importante di protagonismo, tolta loro dai governi che si sono successi nel corso degli ultimi anni", dichiara Alberto Irone, portavoce nazionale Rete degli Studenti Medi. "Un protagonismo che passa per una discussione completa su chi è lo studente oggi e quale sia la sua condizione materiale ed esistenziale, dalla mancanza di lavoro all''estensione della precarietà- conclude Irone- Chiediamo diritti e tutele, a partire dalla legge quadro nazionale sul diritto allo studio".
(Wel/ Dire)