Genitori: allora ceda 'gratis' la sua quota per nuova società
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 3 nov. - Per "questioni tecniche", il socio privato di Seribo (Campanella, fa capo a Camst) che gestisce le mense scolastiche bolognesi non può più tenere congelato il suo utile, poco meno di 1,5 milioni, e lo vuole incassare. Ma i genitori della commissione mensa cittadina, saputa oggi la novità dopo un incontro in Comune, non ci stanno e, pronti a nuove mobilitazioni, chiedono a Campanella di "fare un gesto di responsabilità e di etica e, a questo punto, di cedere la sua quota", il 49% della società, "senza chiedere denaro, dato che da anni guadagna utili spropositati". Questo in vista della nuova società che si dovrà creare l'anno prossimo per la gestione delle mense scolastiche. Al Comune, invece, chiedono di farsi garante di questa richiesta, "approvata all'unanimità dall'assemblea dei genitori". Anche perché il sindaco, Virginio Merola, a suo tempo "ci ha fatto delle promesse", dicono i rappresentanti della commissione cittadina mensa Cinzia Tancini, Dora Ramazzotti e Sebastiano Moruzzi. I genitori, poi, visto che si era reso disponibile a un incontro, chiedono anche di parlare con l'amministratore delegato di Campanella, Paolo Arduini "prima che vengano distribuiti gli utili".
L'incontro di oggi a Palazzo D'Accursio, convocato dagli assessori alla Scuola e al Bilancio, Marilena Pillati e Silvia Giannini, lascia "delusi e insoddisfatti" i genitori. Sono loro a riferire la spiegazione della vicesindaco, che "ha parlato di questioni tecniche che impediscono di tenere fermi quegli utili per il privato".
Nei prossimi giorni si terrà l'assemblea dei soci di Seribo che delibererà la decisione. Di fronte a questo, i genitori chiedono allora "un gesto politico", all'amministrazione: "Deve rimandare l'assemblea" attacca Ramazzotti e chiedere a Campanella "di rinunciare alla sua quota senza chiedere oneri, dato che ha già incassato moltissimo negli anni", la segue Moruzzi. Al socio privato, i genitori chiedono dunque "un gesto etico e di responsabilità", visto che dal 2008, quando ha iniziato a ricevere utili così alti, "le famiglie hanno ottenuto solo uno dei tre centri pasti previsti".
E poi c'è la questione dell'articolo 8 del contratto Seribo, che parlava "chiaramente di una ricontrattazione del costo del pasto, in caso di calo del costo delle materie prime, una contrattazione che non è mai stata fatta", aggiungono. Finora, insomma, non solo "abbiamo pagato di più, ma se quegli utili vanno al socio privato, i bolognesi pagheranno due volte per quei centri pasto perché nelle tariffe si continuerà a inserier i costi per gli investimenti che poi non arrivano mai", chiarisce Ramazzotti. Ecco perché ora, vogliono che il sindaco prenda una posizione chiara e sposi le loro proposte, altrimenti sono pronti a nuove mobilitazioni, come quella di primavera, quando inscenarono lo sciopero del pasto.
(Wel/ Dire)