(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 26 mag. - Un provvedimento "iniquo, ma non è razzismo". Stefania Giannini, ministro dell'Istruzione, torna così sulla vicenda di Pomezia, sul caso della scuola in cui sarebbero stati differenziati i menù dei bambini a seconda del reddito, ovvero con il dolce dato solo a chi paga di più, su decisione dell'amministrazione della città guidata dal grillino Fabio Fucci. Il ministro, nel suo intervento alla trasmissione Agorà su Raitre, ha detto di non vedere "motivi di strumentalizzazione pensando a chi governa il Comune, valutiamo l'atto in sè che è iniquio. Le scuole non devono avere una 'prima' classe e una classe turistica, devono avere un servizio che con e per i bambini è uguale per tutti. L'idea di differenziare un menù è iniqua". Ma guai a parlare di razzismo: "Le parole hanno un peso- spiega- Il razzismo è un'altra cosa, è un sentimento negativo da stigmatizzare, da attribuire a comportamenti che si possono definire razzisti".
Il provvedimento è di "una ingiustizia estrema da condannare, ma non da definire nelle forme". Il ministro poi non fa collegamenti tra questo fatto "e il disagio sociale, che invece avrebbe dovuto indurre a provvedimenti opposti, se vogliamo fare un collegamento. Ci sono bambini con le famiglie in difficoltà, ma non li aiuti se gli dai una merendina".
(Wel/ Dire)