SCUOLA. Maturità, esami anche per 7 detenute di Rebibbia
Temi scelti: Pasolini, futurismo e droghe
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 30 giu. - Gli esami di maturità sono arrivati anche per le detenute della Casa circondariale femminile di Rebibbia. Venerdì e sabato sette allieve del corso di 'Decorazione pittorica' della sede distaccata del liceo artistico statale 'Enzo Rossi' presso il carcere, hanno sostenuto gli orali come tutti gli altri 453 mila maturandi. "Un risultato importante. Sono nove anni che siamo dentro Rebibbia, e questa è la prima volta che portiamo al diploma un numero così alto di alunne", afferma Alessandro Reale, responsabile della sede distaccata del liceo artistico.
"Arrivare al diploma in sette- spiega il professore- significa essere partiti con un gruppo di ragazze inizialmente molto più elevato, se consideriamo le scarcerazioni, i trasferimenti, le persone messe alla prova e il lavoro all'esterno sulla base dell'articolo 21". Le maturande hanno un'età media di trent'anni e alla prova d'italiano "hanno privilegiato la traccia sulla violenza contro le donne. Per le tesine- fa sapere Reale- hanno scelto invece Pasolini, la grande guerra, le droghe e il futurismo". Sono "in preda a crisi di panico- racconta il coordinatore- e cercano di ricordare ogni singolo suggerimento dei professori, perché sentono di non essere abbastanza preparate". L'art. 34 della Costituzione riconosce a tutti la possibilità di frequentare la scuola e ai più capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. "Il testo dell'articolo prescinde da qualsiasi indicazione in merito alle condizioni personali dell'aspirante studente- commenta Reale- e così, dopo 5 anni di liceo, le allieve della Casa circondariale Rebibbia Femminile, vivono gli stessi inspiegabili vuoti di memoria degli altri studenti aspiranti maturi". Forse per queste studentesse è stato un percorso di studi "solo più complicato- aggiunge- perché scandito/ritmato da modalità e tempi mai decisi in prima persona. Forse è stato più semplice far comprendere loro il pessimismo leopardiano, l'angoscia individuale, la convinzione di essere destinati, come essere umani, alla sofferenza e alla infelicità- prosegue il docente- forse qualcuna di loro non ce la farà, in ogni caso, sono determinate e vogliono raggiungere l'obiettivo". Per ottenere questo risultato, e dare loro l'opportunità di credere in se stesse in un'ottica di penitenza e recupero, è stato "fondamentale creare una cultura di condivisione e di lavoro di squadra: direzione didattica illuminata, gruppo di validi docenti, sostegno della struttura carceraria, e, contemporaneamente, dare vita a una serie di iniziative, compresa la III edizione del progetto creativo 'Donne Dentro e Fuori', in grado di supportare il loro desiderio di emancipazione e di riscatto sociale".
Cosa faranno dopo il diploma? "È stato sottoscritto l'anno scorso un protocollo d'intesa tra il garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, e le università La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre, che ha dato vita a un Sistema universitario penitenziario- conclude il coordinatore della sede distaccata del liceo artistico- che permetterà ai detenuti della Regione di proseguire con gli studi universitari nel corso degli anni di detenzione. Per alcune di loro potrebbe essere un'idea vincente. Le spese sono a carico del garante e il 9 luglio alcuni detenuti del nuovo complesso di Rebibbia (maschile) concluderanno già la triennale".
(Wel/ Dire) |