SCUOLA. Bologna. Mense, genitori: Ci sarà rimborso a famiglie
"Con nuova retta pagato di più", ma anche tanti pasti buttati
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 30 giu. - La sensazione di molti genitori bolognesi era che, con l'introduzione della tariffa 'a consumo' (si paga quando il figlio mangia a scuola), si "fosse speso di più" e ora "i numeri forniti (dal Comune, ndr) confermano questo andamento: sui soli dati da settembre a marzo sembra esserci una differenza di oltre mezzo milione di euro". Lo rendono noto i genitori dell'Osservatorio mense (quelli che animarono lo 'sciopero del pasto') pubblicando sul loro sito un resoconto di una riunione con l'amministrazione sulla refezione scolastica. Ma perchè con il nuovo sistema (non più a forfait) si paga di più? "Ci è stato spiegato che potrebbero esserci cause concomitanti; nell'anno precedente eventi come neve e terremoto hanno ridotto le presenze, ma i genitori pagavano a forfait e quindi questi eventi non dovrebbero aver avuto influenza". Ad ogni modo, "è confermata l'idea del conguaglio a favore delle famiglie", una sorta di 'rimborso' per l'incremento dei costi della retta: verrà "definito entro metà settembre per essere applicato come sconto sull'ultimo bollettino 2013-2014".
C'è però anche un altro risvolto. L'Osservatorio, infatti, evidenzia come il sistema di conteggio delle presenze (da cui dipende l'ammontare della retta per la refezione) mostri "un consistente scarto tra le assenze delle scuole d'infanzia comunali e quelle statali". L'uso del badge pare "più affidabile", perchè curato dal personale scolastico. Invece "nelle scuole statali, dove la segnalazione è a carico dei genitori, spesso le famiglie non si curano di segnalare l'assenza; il fenomeno è più evidente nelle famiglie esentate dal pagamento e in quelle che pagano cifre irrisorie", sottolinea l'Osservatorio. Ma c'è una conseguenza: l'assenza non segnalata comporta pasti buttati e non sono pochi.
Alle scuole materne, "una famiglia su tre non segnala correttamente l'assenza, portando a una produzione 'inutile' del 5% dei pasti. La proporzione è analoga all elementari, anche se le assenze minori riducono lo carto assoluto. Per intenderci, per ogni 1% di assenza errata, si producono 27.000 pasti inutilmente (approssimativamente 160.000 euro buttati nell'immondizia)", evidenzia ancora l'Osservatorio mense sottolineando che "ciò causa spreco di cibo (e quindi in alcune scuole relativa abbondanza delle razioni) e costi per la collettività, dato che il Comune paga per i pasti 'agevolati' non disdetti". Ad ogni modo, "hanno confermato l'applicazione del conguaglio" con l'ultimo bollettino di agosto-settembre relativo al pagamento di giugno.
Si è parlato anche del bilancio di Seribo il cui "maggiore utile rispetto all'anno scorso è dovuto a più giorni scuola (meno festivi e assenza calamità naturali) e proteste di lavoratori Ata che per alcuni mesi non hanno segnalato regolarmente le assenze degli alunni". Gli utili comunque andranno in investimenti. Non è stata invece "chiaramente confermata la disponibilità" al tetto agli utili, mentre sulla "clausola di salvaguardia", la possibilità per una scuola di cambiare fornitore dei pasti se quelli forniti scontentano, c'è "chiusura e ritrattazione rispetto impegni presi dal sindaco" perchè inserirla nel bando per la refezione potrebbe comportare il rischio di vederlo andare deserto. "Abbiamo rilanciato con un clausola di salvaguardia ridotta in cui al massimo il 10% dell'utenza possa sfilarsi da Seribo se non soddisfatta in modo da fungere da pungolo per stimolare la qualità del sistema", rilancia però l'Osservatorio.
(Wel/ Dire)
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