"Finalmente anche a giovani si chiede riflettere su periferie"
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 23 giu. - "Finalmente il tema dell'architettura ed il suo essere al servizio della società civile per rispondere ai bisogni dei cittadini entra nelle scuole e viene proposto agli studenti italiani come tema di riflessione nella loro prima prova d'esame". Commenta così in una nota il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori la scelta di proporre fra le tracce della prova di italiano della maturità il commento di una frase dell'architetto e senatore a vita Renzo Piano sul recupero delle periferie.
"Quello proposto- commentano gli architetti- è un argomento di grandissima attualità perché promuovere la rigenerazione delle città ridisegnando le periferie urbane deve diventare un cardine della strategia economica nazionale, per garantire la sicurezza e la salute degli italiani, creando condizioni indispensabili di inclusione sociale, intervenendo sugli spazi pubblici per ridarli ai cittadini, per lasciare proprio ai giovani habitat e condizioni di vita migliori".
"Significativo poi- rileva il Consiglio- aver acceso l'attenzione sulle riflessioni di un architetto di fama internazionale che con la sua opera si è sempre distinto per l' attenzione ai temi etici e sociali, al dialogo col contesto e alla corretta gestione delle risorse energetiche e ambientali, per la qualità progettuale e costruttiva e per il suo impegno in progetti di tipo culturale e sociale che rappresentano una dimensione di impegno civile che va ben oltre la semplice costruzioni di splendidi edifici".
E proprio sulla "importante e strategica scelta del Governo volta a mettere in sicurezza e a rigenerare le scuole italiane" il Consiglio nazionale degli architetti sottolinea che "essa deve rappresentare l'opportunità per sperimentare un modo diverso di affrontare la riqualificazione e la costruzione di edifici pubblici, facendoli diventare, avendo come obiettivo la sicurezza e la bellezza dell'habitat, l'esempio di come si possa intervenire nelle nostre città, migliorandole. Per realizzarla senza ripetere l'esperienza negativa di Expo o del Mose serve che il concorso d'architettura diventi tout court lo strumento per scegliere i progetti, una parte dei quali deve essere riservata ai giovani".
(Wel/ Dire)