Sono 453 le strutture, a Latina nei costi aumento del 29%
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 23 giu. - Trecentouno euro al mese: tanto costa mediamente nel Lazio mandare il proprio figlio all'asilo nido comunale, rispetto ai 309 euro della media nazionale. Notevoli le differenze territoriali fra Nord, Centro e Sud, e fra le diverse province. Nel Lazio si va dai 146 euro di Roma ai 400 di Latina, e ad usufruire del servizio in tutta la regione è il 15,5% dei bimbi nella fascia di età 0-2 anni. Sono 453 i nidi comunali attivi nei capoluoghi laziali, con una disponibilità di posti pari a 21.756. Rispetto al numero di domande effettuate, resta fuori dal servizio comunale il 65% dei richiedenti (il Lazio è seconda solo alla Basilicata dove resta inevasa il 71% della domanda, 33% invece la media nazionale). A rendere noti i dati su costi, disponibilità di posti e lista di attesa, agevolazioni tariffarie previste, in tema di asili nido comunali, è l'Osservatorio nazionale prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che ogni anno fornisce un quadro delle spese sostenute dalle famiglie italiane in merito ai servizi pubblici locali (asili nido, acqua, rifiuti, trasporti pubblici).
Per quanto riguarda i numeri, nello specifico, nel Lazio, a Roma ci sono 430 nidi comunali per 21.041 posti (liste d'attesa al 67%), a Viterbo 13 per 246 (13%), a Latina 6 per 317 (32%), a Frosinone 4 per 152 (8,5%). Nessun dato su Rieti.
Gli asili più costosi al Nord (380 euro) seguiti dal Centro (322) e infine dal Sud (219). La regione più economica è la Calabria con una tariffa media mensile di 139 euro, la più costosa la Valle D'Aosta con in media 432 euro. Fra le province il primato dei costi più alti spetta a Lecco con 515 euro al mese (5150 euro all'anno), mentre Vibo Valentia è la più economica con 120 euro mensili (1.200 l'anno).
L'analisi ha considerato una famiglia tipo di tre persone (genitori e figlio 0-3 anni) con reddito lordo annuo di 44.200 euro e relativo Isee di 19.900 euro. I dati sulle rette sono elaborati a partire da fonti ufficiali (anni scolastici 2012/13 e 2013/14) delle amministrazioni comunali interessate all'indagine (tutti i capoluoghi di provincia). Oggetto della ricerca sono state le rette applicate al servizio di asilo nido comunale per la frequenza a tempo pieno (in media, 9 ore al giorno) e, dove non presente, a tempo ridotto (in media, 6 ore al giorno), per cinque giorni a settimana.
Nella top ten delle città più care, tra quelle che offrono il servizio a tempo pieno, si confermano, rispetto al 2012/13, Lecco, Sondrio, Belluno, Cuneo, Lucca, Alessandria e Bolzano, mentre Imperia, Cremona e Trento subentrano al posto di Mantova, Aosta e Udine. La graduatoria delle 10 città meno care rimane totalmente inalterata: Vibo Valentia, Catanzaro, Roma, Trapani, Chieti, Campobasso, Foggia, Venezia, Napoli e Salerno.
Rispetto all'anno scolastico 2012/13, solo in 27 capoluoghi di provincia sono stati riscontrati aumenti delle rette di frequenza che vanno da un minimo dell'1% (Ascoli Piceno) ad un massimo del 33% (Siena). Nel Lazio si segnala l'unico consistente aumento (+29%) a Latina.
Il 56% dei capoluoghi di provincia mette a disposizione agevolazioni tariffarie: nel 62% dei casi di tratta di riduzione della retta a partire dal secondo figlio iscritto al nido; il 45% per assenze dovute a malattia; il 19% riduce la retta per modifiche alla situazione economica familiare (disoccupazione, mobilità, cassa integrazione); il 15% per bimbi portatori di handicap; il 3% in presenza di mutuo per acquisto prima casa.
(Wel/ Dire)