M5S: un tetto a margine guadagni del partner privato del Comune
(DIRE - Nontiziario Scuola) Roma, 20 gen. - Largo al biologico (e in subordine a prodotti Dop o Igp) nei piatti per la refezione scolastica: il Comune di Bologna ha rassicurato i genitori che siedono nella commissione cittadina mensa su uno dei punti più dibattuti e richiesti negli ultimi anni. Anche se Palazzo D'Accursio aveva avvertito che un aumento del 'bio' poteva comportare maggiori costi nella gestione del servizio, nell'incontro con i genitori ha espresso l'intenzione di portare al 70% la percentuale di prodotti biologici per i piatti degli alunni di materne ed elementari; ma questo per ortofrutta, cereali, latticini e yogurt, non per la carne. E se per queste tipologie di alimenti non si riuscisse a reperire materie prime 'bio', allora si cercheranno Dop, oppure Igp oppure realizzate con il metodo della lotta integrata. Inoltre, il Comune ha spiegato che in prospettiva si vuole investire per realizzare un nuovo centro pasti e per ristrutturare quello di Casteldebole, mentre per il centro "Erbosa" si profila una sua dismissione. Accolte anche le sollecitazioni dei genitori sui controlli sui pasti e la loro preparazione.
Di fatto, come spiega Sabatiano Moruzzi della commissione cittadina mensa, Palazzo D'Accursio ha dato segnali "positivi" sui quattro temi che erano colonne imprescindibili per genitori per il nuovo capitolato di gara per la refezione scolastica che deve essere pronto entro la fine del mese: biologico, investimenti, controlli, dialogo con l'utenza. Se uno di questi quattro 'pilastri' fosse venuto meno nel bando, i genitori erano pronti a lanciare uno 'sciopero del pasto', ovvero a far andare a scuola i loro figli con la pietanza da casa. Ma oggi Moruzzi dice: "Sulla carta oggi c'è una vittoria rispetto alle nostre richieste".
Tra i genitori, di recente, era montato il malcontento anche perchè in alcuni casi la tariffa a consumo non aveva comportato una riduzione delle rette ma anzi un loro aumento. "Siamo stati positivamente colpiti dalle intenzioni espresse dall'amministrazione- riferisce Moruzzi- le linee guida espresse sono positive, poi, si sa: il diavolo si nasconde nei dettagli, dovremo stare attenti a che quanto detto si concretizzi". Certo è che, dopo aver lamentato a lungo l'assenza di risposte da parte del Comune alle proposte dei genitori, oggi il clima sembra cambiato. In pressing sull'amministrazione, intanto, va anche il consigliere comunale Marco Piazza (M5s). "Il contratto con Seribo è scaduto e si deve rifare il capitolato per un nuovo bando", scrive Piazza sul sito del movimento bolognese: "Visti i guadagni e le redditività sarebbe il caso che il Comune si riprendesse la gestione del servizio reinternalizzandolo". Se proprio non vuole, "è necessario prevedere un limite ai guadagni potenziali del socio privato e al tasso di reddittività", aggiunge il grillino. "Gli eventuali ricavi oltre un certo limite devono essere usati per migliorare la qualità del servizio- è la proposta di Piazza- investendo in centri pasto, materie prime, stoviglie. O dobbiamo continuare a ingrassare dei privati senza alcun limite ne' obbligo di investimenti strutturali mentre le famiglie non ce la fanno a pagare i bollettini?". Se i genitori dovessero decidere per lo sciopero della mensa, "io come utente aderirò", conclude l'esponente del M5s.
(Wel/ Dire)