(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 24 feb. - Rumori di galera, voci di bambini e mamme che riecheggiano insieme ai suoni di chiavistelli che aprono e chiudono le celle. È questa la colonna sonora dello spettacolo di marionette, ideato dalle allieve detenute della quinta 'R' del carcere circondariale di Rebibbia, sede distaccata del liceo artistico statale romano 'Enzo Rossi'.
"Teatrino e marionette sono state costruite con materiali di riciclo (bottiglie, sapone, manici di scopa, mocio vileda) a partire da un'idea portata avanti dalle nostre alunne detenute- ha precisato il professore Alessandro Reale, responsabile della sede distaccata del liceo artistico presso la casa circondariale di Rebibbia- ma sono state realizzate dagli studenti della 5B e 4C della sede centrale dell'Istituto di via del Frantoio 4, sulla Tiburtina". Il teatrino in sostanza "ricalca i vecchi teatrini di una volta con l'entrata posteriore. È largo poco più di 1 metro e- spiega l'insegnante di materie artistiche- alto circa due metri e quaranta. Anche il sipario è fatto con materiali di riciclo e presenta delle grate davanti al palcoscenico per richiamare non solo la condizione delle detenute, ma anche quella dei bambini che fino a tre anni possono rimanere nel carcere insieme alle madri". La presenza di materiali di riciclo ha una doppia valenza all'interno dello spettacolo: "Dare un nuovo significato agli oggetti utilizzati, perché ogni cosa che muore può poi rinascere sotto una nuova forma; richiamare la condizione dei bambini all'interno del carcere. E proprio per rafforzare quest'ultimo aspetto- prosegue Reale- lo spettacolo ha come sottofondo musicale i suoni e i rumori che richiamano la vita carceraria e la presenza dei minori".
La delegazione del liceo artistico che è partita venerdì, alla volta di Venezia, è formata da 10 persone: 4 studenti, i docenti Alessandro Reale, Paolo Radi e Antonio Celli, la dirigente scolastica Mariagrazia Dardanelli e due accompagnatori. Il teatrino sarà lasciato alla Biennale fino alla fine della kermesse e verrà poi spedito a Roma dagli stessi responsabili dell'evento.
A Rebibbia ci sono circa 410 ragazze, "è il carcere femminile più grande d'Italia e forse di Europa- sottolinea il responsabile della sede distaccata del liceo artistico- e sono circa 100 le donne iscritte da noi. Hanno più o meno 30 anni e si impegnano in laboratori di mosaico, ceramica, decorazione artistica, lavorazione dell'argilla, pittura e disegno geometrico". Questi lavori sono stati spesso esibiti nella Capitale, come i mosaici esposti alle fermate della metro Rebibbia o di Santa Maria del Soccorso, "anche per avere un ritorno economico attraverso la messa in vendita dei prodotti delle detenute. Abbiamo così potuto realizzare sia dei contributo a sostegno della scuola- conclude il professore- che la promozione di borse di studio per le detenute più meritevoli. Con l'iniziativa 'Donne dentro e fuori' abbiamo assegnato 9 borse di studio di 300 euro".
Il teatrino resterà al Padiglione Centrale ai Giardini della Biennale fino al 4 marzo.
(Wel/ Dire)