SCUOLA. Bologna. Mense, riprende quota idea di sciopero pasto
Lunedi' summit genitori: Impegni comune generici, si alzi la voce
(DIRE - Notiziario Scuola) Bologna, 3 feb. - "Abbiamo bisogno della presenza e dell'aiuto di tutti i genitori che sono insoddisfatti del servizio mensa fornito da Seribo". E' l'appello lanciato via social network dall'Osservatorio mense di Bologna, l'organismo che riunisce mamme e papà che vogliono migliorare il modo in cui i loro figli mangiano a scuola. E che ora stanno meditando uno 'sciopero del pasto', ovvero per un giorno mandare a scuola i figli con il pranzo (panini) preparato da casa. Era un'ipotesi già ventilata a fronte dei silenzi del Comune sul nuovo bando per la refezione scolastica e che pareva rientrata dopo l'incontro tra l'amministrazione e i genitori che siedono nella "commissione cittadina mensa" in cui Palazzo D'Accursio aveva fornito rassicurazioni su quattro temi chiave e prioritari per i genitori. Infatti, il Comune ha espresso l'intenzione di portare al 70% la percentuale di prodotti biologici per i piatti degli alunni di materne ed elementari (ma per ortofrutta, cereali, latticini e yogurt, non per la carne) e se per queste tipologie di alimenti non si riuscisse a reperire materie prime 'bio', allora si cercheranno Dop, oppure Igp oppure realizzate con il metodo della lotta integrata. Inoltre, il Comune ha spiegato di voler investire per realizzare un nuovo centro pasti e ristrutturare quello di Casteldebole (l'"Erbosa" verrà chiuso) e aveva accolto le sollecitazioni dei genitori sui controlli sui pasti e la loro preparazione.
Poi però l'"analisi approfondita ed accurata del documento di risposta" alle proposte delle famiglie per la gara per la refezione ha evidenziato "che l'impegno del Comune risulta generico". E così lunedì si discuterà delle "possibili azioni dimostrative da mettere in atto nei confronti del Comune prima che sia presentato il bando di gara", spiega l'Osservatorio.
Di fatto, da un paio di giorni fa ha ripreso quota l'idea dello 'sciopero del pasto' con una serie di genitori già pronti ad annunciare la loro adesione. Ci sono però dei problemi tecnici da superare rispetto allo sciopero del pasto: come spiegò Sebastiano Moruzzi, esponente dei genitori nella commissione mensa, il Comune "è molto reticente all'idea che gli alunni si portino da mangiare da casa, ma non esiste alcuna norma che lo vieta. A Legnano- raccontava Moruzzi- mille famiglie fanno così per protesta contro la qualità scadente della refezione". E pare che l'Ausl, che siede nella commissione mensa, abbia dato una sola 'prescrizione': chi mangia la pappa portata da casa deve farlo in un ambiente separato da chi consuma i cibi di Seribo. Maruzzi diceva anche: "Da tempo chiediamo che ci si possa portare il pasto da casa, ma il Comune osteggia questa cosa: perchè i ragazzi vanno divisi, è potenzialmente diseducativo, e perchè si compromette il servizio di Seribo": chi fa da se', poi non paga la tariffa.
Ora però l'idea riprende quota perchè, come si legge nell'appello dell'Osservatorio, il Comune ha risposto alle 50 pagine di richieste dei genitori per il capitolato con un testo di cinque pagine in cui "è stata in larga misura copiata la carta dei servizi del vecchio contratto" e "una parte considerevole dei temi da noi proposti non sono stati trattati, oppure citati superficialmente". Di qui l'invito alla riunione di lunedì al centro civico di via Papini per decidere come premere sul Comune perché "investa in qualità degli alimenti e nel rinnovamento dei centri pasti, evitando che tutto l'utile di Seribo sia destinato ai soci, come è avvenuto fin'ora: occorre fare sentire la nostra voce".
(Wel/ Dire)
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