(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 15 dic - La buona scuola esiste giß e questo non va dimenticato ma, al contrario, valorizzato. Con questo obiettivo si é aperta la sessione pomeridiana dell'incontro 'La buona scuola, il futuro è adesso' dedicata appunto al racconto delle buone pratiche presentate dai protagonisti: docenti, dirigenti, formatori e studenti.
Tra i tanti l'Istituto Alessandro Volta di Perugia tra i primi ad accogliere l'innovazione tecnologica per rivoluzionare la formazione, le metodologie didattiche, gli ambienti di apprendimento. Il liceo Democrito di Casalpalocco con la preside Paola Bisegna che ha sottolineato: "Siamo una scuola normale, con i problemi di tutti. Saremmo lieti di aprire 24 ore su 24, la grande rivoluzione sarebbe di avere personale Ata fisso. Per poterlo fare ad esempio mi sono inventata al posto dell'open day, l'open night visto che la prossima settimana sarò agli arresti scolastici per gli scrutini allora contemporaneamente gli studenti faranno assemblea e apriremo le porte a famiglie e ragazzi per farci conoscere". Il Democrito ha poi presentato in particolare i progetti legati all'internazionalizzazione e alla robotica. "Realizzati nonostante tutto perché la buona scuola si può fare".
Presentate anche le esperienze di Wikischool, delle scuole di Favignana e dei percorsi di istruzione e formazione professionale. Ottavio Fattorini dirigente del liceo Labriola e tre studenti della scuola hanno raccontato il loro nuovo modo di fare didattica, attraverso lo sviluppo dell'intelligenza emotiva, le meta competenze e un nuovo modo di utilizzare gli spazi scolastici. Perché come hanno sottolineato loro stessi "tutto si può fare", nonostante "il cervello sia un organo non orientato al cambiamento bensì all'abitudine".
A portare la loro esperienza anche i ragazzi di radio Kennedy che grazie al percorso di alternanza scuola-lavoro hanno imparato un mestiere, acquisendo competenze spendibili sul mercato del lavoro. Ma tra le buone pratiche anche i programmi dedicati all'inclusione sia per gli studenti con disabilità sia per gli alunni stranieri. A prendere la parola anche l'istituto Majorana di Brindisi che gestisce una struttura confiscata alla criminalità organizzata, facendo impresa, facendo lavorare i ragazzi e riutilizzando i proventi per la loro formazione.
(Wel/Dire)