(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 16 dic. - "Il punto qualificante di questa consultazione é il metodo che il governo ha scelto, le consultazioni hanno due dimensioni una quantitativa e una qualitativa, questa é una consultazione che non voleva essere un referendum, non è stata ti piace o non ti piace la buona scuola, ma é uno strumento di coinvolgimento nella costruzione di un modello educativo". Cosí Stefania Giannini, ministro dell'istruzione in occasione della presentazione dei risultati della consultazione 'La buona scuola' in corso al Miur.
Sull'aspetto quantitativo il ministro ha sottolineato come si tratti della più grande consultazione mai fatta in Europa, "un percorso di due mesi, con circa 210 mila risposte ai questionari on line e attraverso un lavoro capillare sul territorio grazie al grande coinvolgimento degli uffici scolastici regionali, abbiamo raggiunto il 70 per cento delle scuole italiane". Ma è l'aspetto qualitativo quello sul quale punta il ministro Giannini: "la buona scuola si fonda su pochi ma chiari obiettivi" ha detto il ministro sottolineando come i cittadini hanno confermato che quei punti sono condivisi e considerati importanti per il miglioramento della scuola. "L'81 per cento crede che il merito sia assolutamente prioritario" ha detto Giannini spiegando che una parte vorrebbe che la carriera degli insegnanti, e quindi lo stipendio, venisse valutato solo per il merito, un' altra parte significativa invece ritiene che, ferma restando la necessità di inserire il criterio del merito, il criterio dell'anzianitß non va cancellato. "Il 70 per cento dei partecipati - ha aggiunto - chiede la formazione" iniziale e in servizio. Le risposte ricevute, on line e off line, "hanno dimostrato una consapevolezza dei punti deboli e una determinazione per risolvere problemi che coincidono con le nostre priorità - ha aggiunto Giannini - vogliono che chi esce dalla scuola abbia conoscenza di almeno una lingua straniera; c'é inoltre bisogno di educazione alla cittadinanza, ci hanno chiesto di rimettete l'educazione civica ma anche di promuovere l'educazione musicale e artistica perché il Paese di Verdi e di Puccini non può formare persone analfabete di cultura musicale".
"Per quantità non ci sono dubbi sul successo pieno del metodo che il governo ha scelto per chiedere al Paese il contributo sulla scuola - ha proseguito il ministro - sulla qualità delle risposte ora tocca a noi tradurre i suggerimenti e le integrazioni, tocca a noi confezionare un provvedimento normativo e toccherà al parlamento esprimersi. I temi devono essere serrati, l'impegno é stato fin dall'inizio di mandare la buona scuola in classe dal settembre 2015. Oggi - ha concluso Giannini - é una giornata importante per confrontarsi sulla veridicità della frase che abbiamo messo nel documento la buona scuola: per fare una scuola migliore un governo non basta, ci vuole davvero tutto un Paese".
(Wel/ Dire)