(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 14 apr. - Un incontro per discutere sulla comunicazione tra interno ed esterno del carcere. E' stato promosso a Napoli, nell'istituto Comprensivo Virgilio 4 di Scampia. "La porta del carcere", questo il titolo della giornata di studio e riflessione di giovedi' 10 aprile nell'ambito della settima edizione del "Mito del Mammut", l'iniziativa per i ragazzi e le famiglie della periferia nord di Napoli promossa dal Centro territoriale Mammut.
L'obiettivo e' quello di favorire lo scambio tra chi ha lavorato sulle "porte del carcere", riuscendo a favorire la comunicazione tra interno ed esterno. Un'esigenza che nasce dall'interno di un'aula scolastica e dai tanti bambini con genitori detenuti che la abitano, nel tentativo di raccogliere idee e materiali sul miglioramento del sistema carcerario e delle sue molte radici anche nel mondo della scuola.
Come spiega Giovanni Zoppoli, responsabile del Centro Ricerche Mammut: "Quest'anno abbiamo guardato al tema del carcere da un'angolatura particolare, quella dei riti di passaggio e dell'archetipo della porta. L'entrata nel carcere per molti versi si e' rivelata simile al passaggio in un al di la', forse ancora piu' inspiegabile e assurdo della morte. Attraverso racconti autobiografici e di miti interculturali, come quello della caverna di Platone, abbiamo cercato di lavorare attorno a questo tratto doloroso della vita individuale, tentando di migliorare tanto il benessere quanto l'apprendimento scolastico di bambini e docenti coinvolti. Ma come per ognuno dei percorsi del Mito, l'intenzione e' di incidere anche piu' direttamente sulla sfera pubblica, affrontando quello che non va nel territorio e nei servizi a partire dalle domande fatte con i bambini"."Con questo incontro - continua Zoppoli - ci piacerebbe anche lavorare sui molti nessi tra scuola e carcere, cercando di individuare il continuum tra un sistema di valutazione incapace di fare dell'errore occasione di crescita, anziche' motivo per l'esercizio di un potere castrante e punitivo. Nella scuola come nel resto della societa'".
Fonte: Redattore Sociale (Wel/ Dire)