Sui banchi coscienza doppia cittadinanza, italiana e europea
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 14 apr. - "E' dal 2001 che la Commissione europea fa raccomandazioni agli Stati membri perché adottino dei sistemi di valutazione e di istruzione nazionali- dice l'europarlamentare Silvia Costa interpellata dalla Dire in occasione del seminario 'Scuola e cultura della valutazione' che si è svolto nella sede del Parlamento europeo a Roma- e l'Italia nel 1999 aveva realizzato già l'Invalsi che si era molto specializzato dando anche un contributo importante per quanto riguarda la valutazione a livello internazionale degli apprendimenti. Ma un vero sistema della qualità dell'istruzione non era ancora partito. Finalmente, con il Regolamento del 2013 e l'avvio di questo nuovo Sistema governato dall'Invalsi - il cui presidente, la dottoressa Ajello, è stata scelta in base a un bando, e questo fa piacere perché è stata una selezione di evidenza pubblica - si è messo in moto un processo molto importante".
Il nuovo processo partito in Italia, aggiunge Costa, "deve verificare e confrontarsi con gli altri Paesi membri su alcuni obiettivi di competenze effettive dei ragazzi, qualità della governarce, sulla questione della riduzione della dispersione scolastica, sulla qualità anche delle singole scuole, perché le scuole, più che la scuola, sono spesso con differenze troppo grandi l'una dall'altra, e anche sull'occupabilità e la spendibilità dei titoli di studio dopo". Tutto questo "in un'Europa che non impone, non può legiferare su questa materia, ma sta ormai confrontando l'esito per mettere in condizioni di pari opportunità gli studenti, ma anche le professionalità dei docenti. Credo che questo farà bene alla scuola italiana. Ma naturalmente- spiega ancora l'europarlamentare Silvia Costa- noi ci dobbiamo portare la nostra specificità. Penso all'autonomia scolastica che, in questo quadro di standard di valutazioni, consente anche un'autonomia didattica. Così si potrà fare quel passo in avanti di cui la scuola italiana ha bisogno".
E poi, prosegue Costa, "mi sembra che sia un po' sfumato in ambito scolastico l'aspetto che è proprio nelle aule che si forma, in prima battuta, la coscienza di avere una doppia cittadinanza, quella italiana e quella europea. Infine- conclude- nella scuola deve essere valutato, e io lo metterei nel sistema di valutazione, il grado di partecipazione ai progetti europei che le scuole italiane promuovono".
(Wel/ Dire)