'Per me i bambini sono tutti uguali, diritto a studio e' di tutti'
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 23 set. - "La scuola italiana non e' razzista, non lo sono i ragazzi, non lo sono le famiglie, non lo sono gli insegnanti". Cosi' il ministro Carrozza sulle pagine de 'Il Corriere della Sera', intervenendo sul tema dell'integrazione dei bambini stranieri a scuola, che si ripresenta ogni volta che si verificano casi come quello di Costa Volpino, nel Bergamasco, o di Landiona, in provincia di Novara, dove i genitori hanno rifiutato di iscrivere i propri figli in classi dove c'era una presenza massiccia di compagni stranieri. "Al contrario- ha aggiunto- penso che la scuola italiana stia facendo tantissimo per l'immigrazione, per l'accoglienza, per l'integrazione. Tutto sommato fatti come questi sono un po' estremi, avvengono in alcune realta' particolari e si possono affrontare senza paure caso per caso".
Ma cosa fare allora se in classe ci sono 20 bambini stranieri e 5 italiani? "Il diritto allo studio- ha ribadito il numero uno di Viale Trastevere- e' universale. Detto questo, e' ovvio che quando ci sono eccessivi squilibri bisogna intervenire. Ma non sara' il ministero a farlo con provvedimenti generali, si interverra' caso per caso, come e' stato ben fatto altrove. In Emilia-Romagna, in Toscana, a Prato per esempio".
Sulla circolare Gelmini, che dal 2010 ha previsto - come linea di massima - un tetto del 30% di bimbi stranieri in aula Carrozza ha affermato che non ha intenzione di cancellarla. "È un'indicazione generale che nei casi particolari, e gia' succede, puo' non essere rispettata date le oggettive condizioni socio-territoriali". Inoltre "occorre- ha sottolineato il Ministro- fare una distinzione tra i ragazzi che arrivano in Italia gia' grandi e magari non conoscono ancora bene la lingua, e possono aver bisogno di un supporto maggiore per l'integrazione culturale oltreche' linguistica".
Secondo Carrozza "non possiamo considerare allo stesso modo degli altri i figli di immigrati che nascono in Italia o che sono arrivati piccolissimi da noi e conoscono la lingua quando cominciano le primarie. E possiamo considerare totalmente stranieri i bambini che vengono dalla patria comune, l'Europa? Questi bambini per me sono uguali a tutti gli altri bambini, non ci sono differenze. I nostri istituti di valutazione- ha ricordato- hanno verificato che spesso le performance degli allievi con cittadinanza non italiana sono simili a quelle degli italiani".
Il capo del dicastero dell'Istruzione puo' comprendere le preoccupazioni dei genitori, poiche' "e' chiaro che le classi vanno formate con equilibrio", ma ha ripetuto che i casi singoli vanno trattati singolarmente. "Resta alla scuola e al ministero- ha precisato- il compito di investire nella formazione degli insegnanti perche' possano dare un supporto ai ragazzi e alle famiglie e continuare il cammino verso l'integrazione". L'Italia "deve avere il coraggio di imparare dalla nostra scuola, i Paesi che vincono sono quelli che stanno vincendo la sfida dell'integrazione e della multiculturalita' a partire dalla formazione scolastica", ha concluso Carrozza.
(Wel/ Dire)