(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 23 set. - 'Sorveglieremo Ask e lo monitoreremo'. E' la promessa che arriva da Sergio Russo, vicecomandante della Polizia postale dell'Emilia-Romagna, dopo l'episodio della maxi-rissa avvenuta a Bologna una settimana fa ai giardini Margherita e 'convocata' dopo uno scambio di messaggi al veleno sul social network Ask. 'La nostra missione ora e' creare una testa di ponte con Ask, aprire un canale di contatto diretto come abbiamo gia' fatto per Facebook e Twitter, in modo da arrivare a 'colpire''. Il numero due della Polizia postale prende questo impegno, (proprio nel giorno in cui il sindaco Virginio Merola annuncia un giro di vite sui giardini Margherita con pattugliamenti e telecamere), alla tavola rotonda 'Senza futuro i ragazzi si picchiano?' organizzata sotto le Due torri dal portale Diregiovani.it e dall'Osservatorio nazionale sul bullismo e doping.
'In Emilia-Romagna ci sono gia' arrivate alcune denunce di fenomeni di cyberbullismo legati alla differenza di classe e alle preferenze sessuali, aspetto molto sentito tra i giovanissimi', prosegue Russo, che non fa mistero del fatto che 'i fenomeni su internet sono di proporzioni effettivamente incalcolabili'. Cosa fa la Polizia postale? 'Sarebbe troppo semplicistico dire che la Polizia delle comunicazioni ha un apparato idoneo a seguire tutto questo- afferma Russo- ma ci siamo e cerchiamo di correre dietro a questi fenomeni. Ora lavoreremo su Ask e ci apriremo una testa di ponte'.
Il vantaggio, spiega Russo, e' che 'si rimbalza su Ask attraverso Facebook', con cui la Polizia postale, come per Twitter, ha 'contatti quotidiani' per risolvere queste problematiche. Quindi il 'passaggio' non sara' difficile. Ma c'e' anche un'altra 'arma' a favore degli inquirenti che forse i giovani non sospettano: l'anominato e' anonimato fino a un certo punto.
Spiega infatti Russo: 'Se gli adolescenti si fermassero a leggere il lungo regolamento di Ask, troverebbero che non si puo' utilizzare l'anonimato per porre domande maligne o offensive. E soprattutto saprebbero che c'e' scritto che Ask e' in grado di fornire informazioni alle forze dell'ordine, quindi l'anonimato non vale. Noi possiamo risalire a loro, come facciamo gia' per Facebook'. Il numero due della Postale, che dopo la rissa e' andato a 'frugare' le schermate di Ask, ci tiene pero' a fare notare che i commenti apparsi sul social network non sono tutti cattivi. 'E' vero, c'e' scritto 'Abbasso i marocchini' e 'Abbasso i neri', ma non c'e' solo questo. Ci sono anche tanti ragazzi che scrivono che bisogna smetterla con questa differenza di classe', spiega Russo. Sulla pagina di Bolofeccia, qualcuno ha scritto: 'A Bologna non fa certo piacere, chiudete questa pagina'. C'e' spazio, dunque, anche per 'opinioni che vanno nella giusta direzione', rassicura Russo.
Alla tavola rotonda di questa mattina ha partecipato anche Carlo Barbieri, psicologo della Questura di Bologna. 'Piu' che repressione, il nostro compito di fronte a questi fenomeni e' fare prevenzione all'interno di un disegno che fa capo al ministero dell'Istruzione e alle scuole'. Barbieri spiega poi che uno studio realizzato all'Universita' della Sapienza ha individuato alcuni parametri che distinguono i gruppi deviati da quelli che non lo sono: c'e' 'l'etichettamento eufemistico', per cui si tende a smimuire quello che si e' fatto di male, la 'diffusione della responsabilita'' (se sono in gruppo, la colpa e' di tutti) e il 'diniego del danno' (rubare in un grande magazzino? E che problema c'e', tanto sono pieni di soldi).
'BISOGNA SPRONARE GLI SPETTATORI CONTRO I BULLI' - 'Nelle scuole i violenti sono il 15%, le vittime il 30% e gli spettatori il 60%. Il nodo centrale per superare il problema del bullismo e' rendere attivi gli spettatori passivi, spronarli a reagire e a mettere in ridicolo il violento. Dobbiamo riuscire a spostare l'attenzione, altrimenti quello che picchia e' sempre il piu' fico'. L'input arriva da Federico Bianchi di Castelbianco, psicologo esperto di disagio giovanile ed editore del portale Diregiovani.it, che insieme all'Osservatorio nazionale sul bullismo e doping ha organizzato a Bologna la tavola rotonda. In questa battaglia per 'svegliare' gli adolescenti e portarli dalla parte giusta, secondo Bianchi, un grande ruolo devono averlo i genitori, che oggi troppo spesso sono lontani dai figli: 'Non si fermano a parlare con loro, ad ascoltarli e a conoscerli. Se i ragazzi fossero piu' sostenuti, prenderebbero piu' responsabilita''. E poi, cosa ancor peggiore, 'anziche' stare dalla parte di educatori ed insegnanti, fanno gli struzzi, dicono sempre che 'non e' vero''. A Roma, racconta Bianchi a proposito di bullismo, 'alle medie i ragazzi ci chiedono di installare le telecamere nei bagni, perche' tutti i giorni c'e' qualcuno che finisce con la testa nel water. A opporsi invece sono i genitori, che si appellano alla privacy'. E il bullismo, se e' molto diffuso alle scuole medie (dove stanno emergendo anche 'enormi problemi sessuali'), sta prendendo piede anche alle scuole elementari, e' l'avvertimento lanciato da Bianchi.
'Questa e' la realta', bisogna prenderne atto- mette in guardia lo psicologo- non possiamo pregare che non accada un'altra maxi rissa. Accadra', perche' e' normale che accada. Quando succedera' dovremo sapere di aver messo in campo qualcosa per far si' che, da qui a cinque anni, non si ripeta'. Dietro alla maxi-rissa accaduta a Bologna, come in generale ai fenomeni del bullismo e agli atti di violenza tra adolescenza, 'c'e' una grande rabbia inespressa e non incanalata, che i ragazzi si portano dietro fin dal nido, dove i bambini si danno pugni, calci, morsi e capocciate- spiega Bianchi- questa rabbia parte da piccoli, cresce nel tempo e noi adulti facciamo finta di nulla. Se e' il nostro ragazzo a picchiare, diciamo che sono 'ragazzate', se le subisce corriamo a denunciare alla Polizia. Siamo paradossali come genitori'.
Lo psicologo parla di 'ipocrisia' e di 'incapacita' gestionale dei genitori', al punto da generare 'un problema di gelosia folle tra fratelli, che si picchiano. E quello diventa una 'sindrome di rivalita' tra fratelli', cioe' un'etichetta di psicopatologia.
Significa che stiamo diventando noi, folli'.
Un'altra 'follia- continua Bianchi- e' che se un bambino e' aggressivo, ha l'Adhd'. Insomma, se nostro figlio ha un comportamento che non va bene, 'dobbiamo trovare una spiegazione che esula da noi- insiste lo psicologo- se invece e' bravo, e' merito nostro'. Secondo Bianchi, una delle strade per uscire da questo stallo e' 'supportare molto di piu' le scuole, che oggi non sono considerate ne' appoggiate'.Negli istituti scolastici va l'Osservatorio nazionale sul bullismo, che ha messo in piedi un gruppo di campioni olimpici per provare a dare un modello e un esempio sano di crescita e sviluppo ai ragazzi. Del team fanno parte anche il pugile Roberto Cammarelle, l'atleta Andrew Howe e lo schermidore Stefano Pantano. Al momento l'Osservatorio e' impegnato a L'Aquila, dove e' stato firmato un protocollo d'intesa con la societa' di calcio della citta' e con l'Universita' aquilana, per una collaborazione in favore dei giovani sportivi e degli studenti della citta' abruzzese. Un progetto che viene offerto anche al Comune di Bologna per essere replicato sotto le Due Torri.
'I giovani sono cambiati- avverte Luca Massaccesi, segretario generale dell'Osservatorio- non parlano piu'. Ma non sono cattivi, molti hanno fame di essere seguiti'. Chi pero' non trova 'un canale positivo', si sfoga nella violenza. 'E' un escalation- sostiene Massaccesi- ci troveremo con sempre piu' ragazzi in queste situazioni: serve meno demagogia'.
IL COMUNE E I GENITORI - Il disagio giovanile a Bologna, emerso con forza dopo la maxi-rissa ai Giardini Margherita, in realta' non e' mai stato sottotraccia. 'Forse fino a questo momento abbiamo fatto i belli addormentati', fa autocritica Amelia Frascaroli, assessore alle Politiche sociali del Comune di Bologna, Frascaroli conferma che Palazzo D'Accursio sta lavorando 'con la Procura dei minori per percorsi mirati' dedicati alle famiglie e ai ragazzi coinvolti nella rissa. Con Ausl e Servizi sociali del Comune si sta pensando, nello specifico, a 'gruppi di auto-aiuto- spiega l'assessore- poi dovremo aprire un percorso con le scuole e anche con le associazioni sportive'.
Bullismo a parte, avverte Frascaroli, 'suonano campanelli d'allarme in varie direzioni. Abbiamo bambini e ragazzi che arrivano a scuola senza aver mangiato come prima'. Per questo, lancia un appello l'assessore, 'serve una chiamata alla responsabilita' collettiva'. La scuola, in questo senso, in prima linea. 'La scuola e' un baluardo', afferma Elena Ugolini, preside del liceo Malpighi ed ex sottosegretario all'Istruzione nel Governo Monti. In classe, continua Ugolini, 'abbiamo una grandissima chance, perche' i genitori arrivano fino a un certo punto e devono essere intelligenti, capire da chi farsi aiutare'.
Ugolini dice di essere rimasta 'molto colpita dai genitori' dei ragazzi coinvolti nella rissa, che alla Polizia hanno risposto: 'E' una ragazzata, non avete altro di meglio da fare?'. 'E mi ha colpito anche leggere i commenti di chi dice: 'Queste cose ci sono sempre state'- insiste l'ex sottosegretario- e' vero, anche 30 anni fa c'erano queste risse e le sfide tra gli 'zanari' e i 'maragli'. Ma era sbagliato anche 30 anni fa. Dobbiamo essere chiari nel giudizio'. E aggiunge: 'Se i ragazzi hanno bisogno di un'etichetta e di trovare un nemico, allora dobbiamo farci delle domande'. Ugolini racconta di aver affrontato la questione con i suoi alunni del Malpighi anche il primo giorno di scuola. 'In una prima ho spiegato che, secondo l'identikit fatto su Ask, io sarei una BoloFeccia- sorride la preside- perche' la mia famiglia ha sempre avuto difficolta' economiche'. Eppure oggi dirige un istituto scolastico e ha ricoperto un incarico di Governo. Per questo 'ho detto ai miei ragazzi di non badare a nomi ed etichette', sottolinea Ugolini, che aggiunge: 'Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno, perche' i ragazzi di oggi sono migliori di noi'. Nell'affrontare il problema del bullismo 'non possiamo essere approssimativi- insiste l'ex sottosegretario- anche noi adulti dobbiamo uscire dagli etichettamenti eufemistici, altrimenti non faremo mai passi avanti'.
(Wel/ Dire)