Distinguere fra responsabilita' famiglie e diritto bambini
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 23 set. - "Ho riflettuto a lungo sull'emergenza mense scolastiche di cui si e' subito ricominciato a parlare all'avvio dell'anno scolastico, emblematica di quello che sta accadendo in Italia. Sicuramente colpa della crisi, ma non solo. Proviamo a vedere questa situazione con gli occhi dei bambini. Probabilmente non capiscono il motivo per il quale non si siedono a mensa con gli altri compagni, ma sicuramente avvertono un senso di discriminazione, che non e' assolutamente giusto far loro provare". Queste le parole di Vincenzo Spadafora, Autorita' Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza che ha scritto una lettera al Presidente dell'ANCI Piero Fassino per invitarlo a proporre, insieme all'Authority, ai Comuni una misura che garantisca comunque ai ragazzi di ricevere il pasto a scuola.
"Ho deciso di scrivere al Presidente Fassino perche' non e' accettabile vedere i bambini che si portano il pranzo da casa costretti a rimanere a consumarlo in classe perche' i genitori non adempiono ai versamento delle quote. Purtroppo in alcuni casi a causa di indigenza, in altri invece di mancato rispetto della collettivita' e delle sue regole. Ma non importa se ci siano o meno reali difficolta' economiche in famiglia".
Ecco perche' quindi "e' necessario distinguere fra responsabilita' delle famiglie e diritto dei bambini. Anche le stesse amministrazioni comunali che non riescono a gestire questa situazione in termini di diritti dei minorenni sbagliano. Il pasto deve essere comunque garantito, i morosi sono i genitori non i bambini. Per fortuna in alcuni Comuni questo non avviene, per la lungimiranza degli amministratori comunali, o anche grazie all'opposizione del personale della scuola. Chiedo pertanto a Piero Fassino- ha concluso Spadafora- di intervenire.
Garantendogli fin da ora la mia collaborazione per formulare una proposta atta a rendere omogenea su tutto il territorio nazionale l'attuazione del diritto dei bambini ad andare a mensa con i propri compagni di classe, e non essere cosi' discriminati".
(Wel/ Dire)