'Sono un danno e basta. Si torni a investire su istruzione'
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 14 ott. - "Per la scuola non ci sono "tagli cattivi" e "tagli buoni", a seconda di chi li subisce: i tagli sono un danno e basta, la stagione dei tagli va chiusa, su istruzione e formazione si torni a investire". Cosi' in una nota Francesco Scrima, segretario generale Cisl scuola, che aggiunge: "Chi oggi invoca tagli alla scuola non statale per finanziare la scuola pubblica indica una strada sbagliata e pericolosa, travisando la realta' con forzature ideologiche prive di senso e gravide di rischi".
Il primo travisamento, spiega il sindacalista, e' sui valori economici in gioco: "l'entita' di quanto viene destinato alla scuola non statale non consente proprio di immaginare chissa' quali recuperi di risorse. Nel bilancio del Miur, che e' piu' o meno di 50 miliardi, sono stanziati per la paritaria all'incirca 500 milioni, un livello di spesa mediamente invariato negli ultimi anni, con oscillazioni che potrebbero apparire paradossali (cresciuto con i governi di centro sinistra, calato con quelli di centro destra)". La scuola paritaria poi, a partire dal 2000 (legge 62, varata da un governo di centro sinistra) e' "parte di un sistema pubblico integrato, con un accreditamento che presuppone il soddisfacimento di precisi requisiti attestanti la qualita' e la pubblicita' del servizio che rende". In molti casi, peraltro, si tratta di "riconoscere cio' che storicamente avviene, cioe' l'offerta di un servizio alla comunita' nato molto prima dell'intervento statale e mai rivolto a fini di lucro".
Alla luce di cio', "chi invoca "buoni tagli", rifletta sul fatto che gli unici a non esserne toccati sarebbero proprio le scuole private estranee al circuito delle paritarie, come i tanto deprecati diplomifici, che non hanno certo bisogno di sussidi e se la caverebbero sempre e comunque. Ad andare in sofferenza, come in realta' gia' avviene, sarebbero proprio le scuole paritarie che rendono un servizio pubblico diffuso, coprendo in alcuni settori circa la meta' del fabbisogno formativo".
C'e' poi un altro aspetto, sottolinea Scrima, "che certe illuminate prese di posizione ignorano, o fingono di non vedere: le ricadute che i "buoni tagli" avrebbero sull'occupazione in una realta' dove sempre piu' spesso si rende necessario, per difendere il lavoro, ricorrere a contratti di solidarieta' che sacrificano condizioni economico normative gia' in partenza meno vantaggiose di quelle del settore statale".
Per noi "e' naturale- conclude il segretario Cisl scuola- difendere il lavoro, a prescindere dalla sua natura, pubblica o privata. La perdita del lavoro e' sempre e comunque un dramma, per altri evidentemente no, per loro ci puo' essere una disoccupazione "buona", se soddisfa la purezza dei canoni ideologici su cui vorrebbero condurre le loro battaglie; crociate delle quali i lavoratori, la scuola e il paese non hanno davvero alcun bisogno".
(Wel/ Dire)