(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 7 ott. - "Nella giornata mondiale dell'insegnante non possiamo dimenticare le 'tare' con cui ormai si devono confrontare quotidianamente gli 800 mila professionisti dell'educazione del nostro paese, sempre piu' osteggiati e messi in discussione: si sono sensibilmente ridotti di numero, in tanti sono avanti negli anni e costretti a lavorare loro malgrado, tutti sono sottopagati". A sostenerlo e' Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, in occasione della giornata mondiale dell'insegnante.
Per Pacifico, "anche per colpa di una societa' che svilisce tutte le forme di sapere e di cultura, oggi piu' che mai il ruolo educativo di chi insegna e' sempre piu' in discussione". Per questo il sindacato coglie l'occasione per formulare un appello alle istituzioni perche' diano finalmente un segnale di inversione di tendenza. Tornando finalmente a valorizzare gli insegnanti italiani.
Continua il responsabile dell'Anief: "Il sindacato non puo' fare a meno di soffermarsi sull'azione distruttiva che, in particolare nell'ultimo lustro, i nostri governanti hanno perpetrato nei loro confronti: 40 anni fa l'insegnante risultava tra le professionalita' piu' rilevanti nella considerazione sociale e delle famiglie italiane. In molti casi rappresentava l'unica presenza tangibile dello Stato nelle zone piu' povere e emarginate". Invece, "i tagli agli organici e le riforme attuate dal 2007, la revisione del reclutamento e il progressivo innalzamento dell'eta' pensionabile hanno via via ridotto il personale. Inoltre, i giovani docenti sono aumentati e lasciati tali anche per decenni, al punto di arrivare ad escludere dalle graduatorie ad esaurimento tutti gli idonei ai concorsi, i giovani abilitati attraverso Tfa e anche (prossimamente) tramite Pas. Tanto e' vero che il rapporto di lavoro si e' sempre piu' precarizzato: piuttosto che assumere in ruolo, come indicato dall'Ue attraverso una chiara direttiva risalente al 1999, si e' scelta la strada del licenziamento e della riassunzione ad oltranza. Perfino la maggior parte dei vincitori dell'ultimo concorso a cattedra e' composta da ultra 35enni".
A tal proposito, per contrastare lo sbarramento delle GaE, sottolinea Pacifico, "l'Anief la scorsa settimana ha presentato una serie di emendamenti alla VII Commissione Cultura della Camera, per permettere la giusta spendibilita' e collocazione dell'abilitazione. Tali richieste di modifica 'scadranno' il prossimo martedi': speriamo che il legislatore possa essere illuminato e prevedere quell'inserimento che oggi viene negato a decine di migliaia di aspiranti docenti". Ma lo svilimento della professione dell'insegnante italiano, continua il sindacalista, "passa anche attraverso il loro scarso pagamento: gli stipendi dei nostri docenti sono in media il 25% piu' bassi della media europea. Che corrisponde ad uno scarto medio di 8-9mila euro annui. Che a fine carriera porta a far guadagnare ad un docente di liceo non piu' di 38mila euro, contro i 125mila dei colleghi che operano nel Lussemburgo".
Andando a spulciare gli ultimi rapporti internazionali (Ocse-OCDE, Save the Children, Eurodyce) e le stime nazionali ufficiali (Istat), spiega ancora il rappresentante Anief, Confedir, "si ravvisa poi una continua pioggia di numeri negativi: dal 2008 gli alunni iscritti sono aumentati di oltre 90 mila unita', ma quello del personale (comprendendo anche gli Ata) si e' ridotto di 200 mila; la percentuale di tagli attuati nei confronti della scuola nell'ultimo quinquennio e' pari al 75% di quella adottata nell'intera pubblica amministrazione italiana; i dirigenti scolastici e i Dsga sono passati da 12 mila a 8 mila". Fonte: Redattore Sociale (Wel/ Dire)