'Vogliamo essere protagonisti di politiche rilancio nostro Paese'
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 7 ott. - "La fortissima crisi che da anni attraversa il Paese, generando problemi economici e crescente squilibrio sociale, non da' cenni di miglioramento: il distacco dell'Italia reale dal mondo della politica e' ampissimo e lo scoraggiamento nelle Istituzioni continua a caratterizzare il Paese, in particolar modo tra i giovani". Cosi' in una nota Rete degli studenti, che aggiunge: "In una situazione di cosi' forte tensione economica, istituzionale e sociale la risposta data dalla politica e' stata assolutamente insufficiente. Quello che pretendiamo noi giovani e noi studenti e' tornare ad essere protagonisti del dibattito pubblico e delle politiche di rilancio di questo Paese".
Secondo l'associazione studentesca "non bastano piu' le manovre messe in campo nell'ultimo anno, assolutamente non incisive sulle problematiche reali che un giovane deve affrontare nella propria vita: non hanno dato risposta a chi sta cercando lavoro, al 40 % di giovani disoccupati, a chi e' ricattato dal precariato, a chi non riesce a frequentare l'universita' o a chi non ha modo di poter completare il proprio percorso di studi nemmeno alle scuole superiori". Per questo motivo, "siamo convinti- si legge nel comunicato- e lo ripetiamo da anni, che il rilancio del Paese debba passare da una politica di investimento sui giovani, che ne rappresentano il futuro ed il presente. Non e' possibile uscire dalla crisi senza incentivare istruzione, universita', ricerca". Troppo spesso nel corso degli anni "abbiamo visto prendere decisioni- sottolinea Rete degli studenti- che ci riguardavano senza nemmeno essere interpellati. Questo meccanismo deve essere invertito".
"Bisogna tornare ad investire con forza sul mondo dell'Istruzione a partire dalle richieste e necessita' concrete di noi studenti, quelle che ogni giorno viviamo nelle nostre aule, nei corridoi delle nostre scuole, nelle nostre citta'. Un cambiamento reale non puo' che essere generato dalla nostra partecipazione quotidiana alla vita democratica dalle nostre scuole al paese". Il messaggio dell'organizzazione e' dunque chiaro: se c'e' la volonta' di investire sul mondo della scuola e dell'universita', lo si dimostri aprendo una discussione con gli studenti, partendo dalle proposte che questi da anni portano avanti nei loro cortei.
L'11 ottobre prossimo Rete degli studenti sara' nelle piazze italiane perche', conclude la nota, "siamo convinti che un Paese e un mondo diverso siano possibili solo se si riparte dalla scuola". Per questo motivo in quell'occasione l'associazione studentesca rivendichera' con forza: - Una legge nazionale per il diritto allo studio. Per garantire a tutti e tutte, in ogni regione d'Italia, la possibilita' di accedere a tutti i livelli d'istruzione, indifferentemente dalla condizione sociale e familiare di partenza; - Un maggiore investimento nell'edilizia scolastica e stop alle "classi pollaio". Nello specifico, Rete degli studenti chiediera' subito "un miliardo e mezzo di investimenti, necessari alla messa in sicurezza degli edifici ed un piano di investimenti straordinario pari a 20 miliardi, misura che potrebbe rilanciare investimenti e occupazione, soprattutto nelle regioni del Meridione"; Maggiore partecipazione alla vita delle nostre scuole, per essere protagonisti a tempo pieno, tramite "l'approvazione di una riforma della rappresentanza studentesca che dia maggiori possibilita' di incidere sui programmi scolastici, sui progetti studenteschi, sui Piani dell'Offerta Formativa"; - Una riforma strutturale dei cicli, "ferma ad un'idea di scuola anni 50", che porti verso una struttura completamente nuova dei percorsi scolastici, piu' flessibile, che dia maggiori possibilita' di scelta consapevole ad ogni studente e che sappia valorizzare le capacita' di ognuno. "In quest'ottica un primo passo fondamentale sarebbe l'introduzione del biennio unitario", che Rete degli studenti chiede da anni; - Didattica innovativa e riforma del sistema di valutazione, per superare la concezione odierna delle bocciature, "abolendo le rimandature, inefficaci e costose sia per gli studenti che per le scuole"; - Innalzamento obbligo scolastico a 18 anni, "per mandare un segnale forte a chi pensa che la formazione e l'istruzione siano un optional, e che questo Paese non ha bisogno di cittadini formati, ma di manodopera sottopagata"; - Statuto delle studentesse e degli studenti in stage, per garantire quei diritti e quelle tutele che spesso sono dimenticati durante questi momenti di formazione; - Stop diplomifici, perche' "la nostra formazione non e' in vendita e non e' piu' tollerabile vedere istituti paritari autorizzati a svendere la conoscenza in cambio di soldi". Per questo motivo "chiediamo un provvedimento serio che blocchi questo fenomeno definitivamente".
(Wel/ Dire)