(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 25 nov. - L'approdo del Liceo classico e scientifico Democrito al Campidoglio lunedi', per la manifestazione promossa in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ha un lungo percorso alle spalle che inizia nell'ambito del 'Progetto Artemisia, i chiari e scuri dell'amore - La violenza su donne e minori' per combattere il silenzio contro la violenza sulle donne. Tutto e' iniziato lo scorso 4 aprile in occasione di una manifestazione al teatro Italia, organizzata da 'I Lions di Roma' a cui "la nostra scuola ha partecipato anche con un contributo teatrale preparato dalle nostre alunne: Giulia Biondi(4D), Olympia Guerrini(4D), Chiara Scarantino(4D), Yasmeen Comune(3I), Martina Mignanelli(3B), Maria Sgro'(3B) che frequentano il laboratorio teatrale". A raccontarlo e' la professoressa Giuseppina Todarello.
Le studentesse hanno quindi preparato una performance sul tema della violenza sulle donne ispirata ai testi del libro di Serena Dandini, 'Ferite a morte'. "Le nostre ragazze si sono distinte per bravura e intensita', grazie alla preparazione svolta nelle classi con i docenti referenti. Ancor piu' gratificante il fatto che, su richiesta del responsabile Lions Club Roma, le ragazze siano state invitate a replicare lo spettacolo nella loro cerimonia lo scorso 21 aprile in occasione del Lions Day a piazza Farnese. Il testo della Dandini e' stato, almeno per la nostra scuola, una folgorazione, una di quelle epifanie che improvvisamente ti fa vedere tutto piu' chiaro. Uno strumento emotivo per analizzare criticamente un fenomeno- prosegue la docente- e' stato sufficiente portarlo a scuola un giorno, leggerlo e commentarlo criticamente, perche' i ragazzi lo collegassero alla cronaca di tutti i giorni, ampliandola ad un'analisi di quanto accade, purtroppo, nel piu' ampio contesto mondiale".
Il giorno dopo quelle "donne di carta erano voci disperate, urlate, rassegnate e avevano le fattezze di Yasmeen, Maria, Giulia- aggiunge l'insegnante- si era compiuto il miracolo, uno dei tanti che avvengono nelle nostre scuole pubbliche in modo apparentemente estemporaneo e invece sedimentato in tante ore di studio di riflessione, lenta apparentemente improduttiva e invece cosi' feconda di significato. Quel giorno abbiamo avuto l'impressione di uscire dal nostro silenzio e di dare una pietosa rivincita all'indifferenza e alla superficialita' per cui troppo spesso troppe donne muoiono. Donne che vivono nei nostri quartieri ordinati e anonimi, donne che lavorano, che crescono figli, che svolgono le normali attivita' di donne normali in normali citta' dell'Occidente. la nostra e' la disperata registrazione di un piccolo genocidio che si consuma sotto i nostri occhi, che tocca l'identita' di genere, l'essere femmina in una societa' evoluta e nello stesso tempo primitiva e tribale". A cio' si aggiunga "l'attualissimo traffico scellerato di giovani corpi di adolescenti violati dalla prostituzione, determinato dalla rottura dello schema sociale e culturale di riferimento di questi ultimi venti anni in cui il successo facile e' dato solo dallo sfruttamento della bellezzaà meglio se adolescenziale, dall'uso irresponsabile indiscriminato e senza filtro alcuno dei social network- conclude Todarello- dalla sovraesposizione del corpo femminile dileggiato e mercificato".
(Wel/ Dire)