Su classi 2.0: "Non riusciremo in 2 anni, ma basta poco"
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 25 nov. - Il Liceo Carlo Segonio di Modena e' rimasto chiuso due giorni, la scorsa settimana, per consentire il completamento delle verifiche tecniche sull'edificio scolastico, essendosi staccato dal controsoffitto di un'aula del secondo piano una porzione d'intonaco di circa 20 centimetri venerdi' scorso. Dinanzi a istituti con problemi infrastrutturali, come questo edificio terremotato che ha visto 900 alunni e 100 insegnanti spostarsi due anni fa in una vecchia scuola media con continui adattamenti, e' possibile parlare ancora di sviluppo digitale? "Sicuramente non riusciremo in un paio d'anni ad avere tutte le classi2.0, ma basta poco per realizzare lo sviluppo digitale: utilizzare nelle scuole strumentazioni leggere, come i device che ogni studente porta con se', e cambiare la mentalita' degli insegnanti". Risponde cosi' Mario Agati, assessore alla cultura e all'innovazione del Comune di Formigine e vicepreside del liceo di Via Nonantolana.
Insomma, secondo l'esperto dei 'nativi digitali', basterebbe davvero poco: "Formare i docenti a utilizzare tutti i device che i giovani studenti hanno gia' in loro disposizione, dai cellulari ai tablet e ai personal computer, e far arrivare la banda larga in ogni classe. Nella mia scuola- fa sapere il vicepreside- ho realizzato tutto il cablaggio Wi-Fi con meno di 1.000 euro".
Agati crede "nella rivoluzione digitale, che e' buona, giusta, leggera ed ecologica. È l'unica speranza per un rinnovamento radicale della didattica e della pedagogia, poiche' non esistono tecnologie educative ma solo educatori che sanno usare vecchie e nuove tecnologie per fare apprendimento". Nel liceo Segonio c'e' il wifi in tutte classi, "usiamo gia' il registro elettronico ed abbiamo una classe web 2.0".
Purtroppo pero' "gli insegnanti lavorano ancora come monadi ma le tecnologie digitali possono aiutarli. Ad esempio in una terza abbiamo creato un gruppo chiuso su Facebook, nel quale alcuni docenti postano documenti realizzando una vera comunita' di pratica. Lo fanno adoperando uno strumento gratuito e semplice. Anche io- sottolinea l'amministratore pubblico- condivido nel gruppo filmati presi da Youtube, che non faccio vedere in classe per non sottrarre tempo alle lezioni".
Il professore e' don milianiano e come tale considera "tutti i ragazzi uguali, anche se non tutti hanno la possibilita' di avere dei device. L'amministrazione scuola dovrebbe quindi centrarsi su quei studenti che non possono permettersi tablet e cellulari- conclude Agati- facendo in questo modo degli investimenti mirati e di maggior successo".
(Wel/ Dire)