(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 25 nov. - Il caso delle baby squillo non e' l'unico esempio di una percezione superficiale della propria sessualita' da parte dei giovani. Questa volta il fenomeno viene dagli Stati Uniti e si chiama Snapchat, l'app che i teenager di oltreoceano utilizzano principalmente per il sexting, ovvero lo scambio di immagini sessualmente esplicite di se stessi o di altri coetanei. Mentre negli States il caso e' scoppiato grazie alle inchieste della magistratura, in Italia Snapchat e' un nome che a molti e' sconosciuto. Il portale specializzato Skuola.net prosegue il suo percorso di approfondimento sul rapporto tra sessualita' e giovani indagando sull'utilizzo dell'applicazione tra gli studenti italiani.
Dai risultati di un'indagine online svolta su un campione di oltre 3mila studenti di scuole medie, superiori e universita', risulta che il 30% conosce l'App, anche se ad utilizzarla effettivamente e' solo il 7% dei votanti. Fra questi tuttavia e' rilevante la percentuale di coloro che la usano con lo scopo di ricevere e/o inviare, immagini ose': ben 3 su 10.
Ma chi sono gli utilizzatori di Snapchat? Stando ai dati raccolti da Skuola.net, piu' della meta', il 54%, frequenta le scuole superiori e quindi ha un'eta' compresa tra i 14 ed i 19 anni. Ma ancor piu' sorprendente e' la preponderanza femminile tra gli utilizzatori ai fini del sexting. Quindi a conti fatti Snapchat viene usata per il sexting da poco piu' del 2% del campione intervistato. Numeri piccoli solo all'apparenza, se si pensa che un'indagine recente di Telefono azzurro svolta da Eurispes ha svelato che il 12,3% dei minorenni e' avvezzo alla pratica.
Perche' si ricorre proprio a quest'App per fare sexting? La sua peculiarita' e' che le immagini si autodistruggono dopo un numero di secondi (fino a un massimo di 10) che il ricevente le visualizza. Questo incita quindi ad abbassare i freni inibitori, ma tuttavia esistono diversi stratagemmi per conservare le foto ricevute: dalla semplice istantanea della schermata ad applicazioni dedicate che riescono a svelare le immagini nascoste nei meandri della memoria dello smartphone (es. SnapCapture for snapchat). Le prove di questa mancata cancellazione delle immagini si trovano su un altro popolare social network, anch'esso diffuso tra i giovani: Instagram, infatti, basta cercare sotto l'hashtag #Snapchat per trovare esempi molto concreti di che cosa sia il sexting.
(Wel/ Dire)