Presidenti: non "stipare" classi e rispettare nostre prerogative
(DIRE - Notiziario Scuola) Bologna, 11 nov. - La classe di soli studenti alla scuola Besta di Bologna, all'interno dell'Istituto comprensivo 10, "mette in luce diversi aspetti disfunzionali della vita scolastica fra loro strettamente intrecciati, di metodo e di merito". Lo dichiarano i 27 presidenti del Coordinamento dei Consigli di circolo e d'istituto della provincia di Bologna, con una nota: tra loro anche Roberto Panzacchi, presidente del Consiglio di istituto dell'Ic 10.
Per quanto riguarda il merito, "e' di fondamentale importanza che si ri-attivi una seria 'politica scolastica per l'inclusione' con risorse economiche ed umane adeguate- recita la nota- che permetta di accogliere i ragazzi stranieri nelle classi costruendo nel contempo percorsi di alfabetizzazione". Cio' e' possibile "solo con una seria programmazione nella costituzione delle classi iniziali del ciclo scolastico", scrive il Coordinamento: "Se le classi vengono stipate al limite (e purtroppo a volte anche oltre) della capienza e della sicurezza, come accogliere in modo dignitoso e fruttuoso i ricongiungimenti in corso d'anno?". Di conseguenza, "chiediamo che almeno nelle scuole periferiche (nei pressi dell quali avviene la quasi totalita' dei ricongiungimenti)- continua la nota- siano costituite classi prime con 20-22 alunni, capaci di accogliere i ricongiungimenti in corso d'anno che non avvengono 'piovuti dal cielo', ma di cui si e' gia' da tempo a conoscenza": basti ricordare che "solo per quest'anno sono attesi almeno 400 ragazzi in eta' di obbligo scolastico". Passando invece al metodo, il Coordinamento intende "porre l'accento sugli aspetti delle prerogative del Consiglio d'istituto e dei corretti e collaborativi rapporti tra gli organi di governo della scuola".
Secondo il dirigente delle Besta, Emilio Porcaro, la classe al centro della polemica rappresenta un "progetto" la cui approvazione "e' quindi di competenza del solo Collegio dei docenti", ricorda il Coordinamento. In realta' "la formazione delle classi non e' affatto un progetto", continua la nota: "Il Testo unico sull'istruzione e' molto chiaro al riguardo ed affida questa funzione in primo luogo proprio al Consiglio d'istituto". I progetti, inoltre, "in ogni caso devono essere inseriti nel Piano dell'offerta formativa- rimarca il Coordinamento- e spetta al Consiglio d'istituto elaborare gli indirizzi generali del Piano ed adottare il testo predisposto dal Collegio dei docenti". In sintesi: "Non avere sottoposto preventivamente la questione al Consiglio d'istituto ci pare dunque un vulnus che si sarebbe dovuto e potuto evitare", scrivono dal Coordinamento.
Questa vicenda, come altre, "mette a nudo la tendenza, che si e' purtroppo fatta strada da parecchio tempo- continua la nota- di ridurre il Consiglio d'Istituto ad organo di pura ratifica di decisioni gia' prese". Un comportamento "diffuso" a cui "si accompagna il tentativo di ridimensionare drasticamente per via legislativa i poteri degli organi collegiali", continua la nota, come con il disegno di legge Aprea. Il Consiglio d'istituto "e' un organo strategico, perche' raccoglie tutte le componenti della scuola- incalza il Coordinamento- e le sue funzioni dovrebbero essere salvaguardate da chi ha a cuore il destino della Scuola Pubblica, tanto piu' nel momento in cui ne vengono minacciate le fondamenta". I presidenti dei Consigli di istituto chiedono dunque ai dirigenti "piena collaborazione affinche' ad essi si sottopongano tutte le materie di loro competenza, senza eccezione- si conclude la nota- e vengano fornite tutte le informazioni necessarie", con tempi di discussione "adeguati".
(Wel/ Dire)