(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 11 nov. - Il decreto sulla scuola e' diventato legge, i Cobas denunciano la scarsita' di fondi e le modalita' di valuzione dell'Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) tramite quiz. Unico commento positivo sulla sospensione dei trasferimenti dei docenti 'inidonei'.
Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas ha commentato le dichiarazioni del ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza, che ha parlato della restituzione di risorse e centralita' al mondo dell'istruzione: "Ci sono forse massicci investimenti per un'istruzione a cui lo Stato dedica solo piu' l'8,4% della propria spesa contro una media nell'Unione Europea dell'11%? Per rendere gli istituti scolastici (gran parte dei quali e' a rischio) degni di una scuola di qualita'? Per restituire finalmente salario a docenti e Ata, che, con i contratti e gli scatti di anzianita' bloccati, hanno perso il 15% del reddito negli ultimi cinque anni e sono il fanalino di coda delle retribuzioni europee? Macche', Carrozza e i suoi fans cercano di rendere un elefante il topolino dei 115 milioni per borse di studio agli studenti (su cui ovviamente non si sputa) e l'altra manciata di milioni (una quarantina in tutto) per evitare la 'dispersione scolastica' e per mandare docenti ed Ata nei musei".
Quanto alla centralita', prosegue Bernocchi, "Carrozza la riserva non gia' alla scuola pubblica ma alle aziende e a quella loro 'longa manus' che e' l'orribile Invalsi come metro di valutazione di scuole, docenti e studenti e come distributore agli stessi di premi e punizioni. Perche' il veleno del decreto sta in articoli che sono pressoche' ignorati da politici e laudatores. Nell'art.16 si impone ai docenti, che lavorano nelle zone in cui i risultati dei quiz Invalsi siano inferiori alla media nazionale, l'obbligo di andare 'a ripetizioni' di quiz, di partecipare cioe' ad un addestramento coatto, ad una sorta di 'rieducazione', che li renda succubi dell'apprendimento tramite indovinelli; e impone di svolgere tale attivita' anche, recita il decreto: 'presso imprese..all'interno del contesto aziendale, al fine di promuovere lo sviluppo professionale specifico dei docenti'".
Gli insegnanti, prosegue Bernocchi, "dovrebbero andare ad apprendere come insegnare i quiz in aziende estranee alla scuola. In queste mitiche aziende, che stanno soccombendo nella competizione internazionale, dovrebbero trasferirsi anche gli studenti dell'ultimo biennio delle superiori, con 'contratti di apprendistato' che li allontanerebbero dalla scuola, al fine, recita l'art.8, 'di far conoscere il valore educativo e formativo del lavoro': analogo apprendistato viene introdotto per gli universitari nell'art.14. A sigillare il tutto, interviene l'art.18 che fa assumere 47 ispettori ministeriali (pagati circa 140 mila euro l'anno) per fare da 'cani da guardia' al trionfo dell'Invalsi come criterio-guida della qualita' dell'istruzione e far vedere i sorci verdi ai docenti che non si subordinano ai quiz".
Nel decreto, per i Cobas, "c'e' un solo punto relativamente positivo: l'annullamento, almeno per tre anni, della 'deportazione' dei docenti 'inidonei' nei ruoli Ata. È una vittoria di una lotta coraggiosa e tenace, ma non definitiva perche' dal 2016 si riapre la possibilita' della mobilita' intercompartimentale che dovremo far cancellare con ulteriori iniziative".
Concludono i Cobas rivolgendosi direttamente al ministro Carrozza: "Lo diciamo chiaramente: non andremo 'a ripetizione' di quiz ne' dagli invalsiani, che nulla sanno di didattica, ne' dalle aziende del tutto estranee all'istruzione. Ne' a fare gli apprendisti in azienda devono andare i nostri studenti, almeno fino al termine del loro iter scolastico. Non piegheremo l'insegnamento alla squallida filosofia quizzomane e, insieme agli studenti, organizzeremo il massimo potenziamento del boicottaggio del mefitico carrozzone Invalsi e delle sue distruttive attivita' nelle scuole".
(Wel/ Dire)