VISITA CON AMATO IN PLESSO MULTIETNICO PER GIORNATA UNITÀ.
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 25 mar.- "La nostra e' una maestra molto brava, ma precaria, e vorrebbe diventare fissa.
Potresti riuscirci?". All'istituto comprensivo Manin di Roma, una delle scuole piu' multietniche della Capitale, nel quaertiere Esquilino, i bambini fanno sogni semplici. Vogliono che la loro maestra "resti un altro anno" e non sia spostata altrove perche' precaria. Vogliono fare "pianoforte e tromba di pomeriggio", allungare "l'orario del basket pomeridiano". Chiedono "qualche albero per il loro giardino", una scuola "che sia sempre pubblica" e un po' di "ristrutturazione" per il loro edificio. E lo scorso 18 marzo hanno consegnato il loro quaderno dei desideri al ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, che, insieme al presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani, Giuliano Amato, ha visitato il plesso romano per celebrare la Giornata dell'unita' nazionale caduta ieri.
"La nostra e' una scuola complessa in cui vivono felicemente bambini di ogni parte del mondo" ha detto la preside dell'istituto Manin, Maria Letizia Ciferri, la quale ha accolto il ministro e Amato. "Abbiamo 700 alunni su piu' plessi- ha spiegato- in alcune classi delle medie tocchiamo il 60% di stranieri in aula. Alla primaria invece stanno diminuendo.
Cerchiamo di valorizzare le lingue presenti, di favorire lo scambio". A partire dall'inno di Mameli che il coro multietnico dell'istituto ha cantato per salutare gli ospiti istituzionali.
Poi il giro fra le classi, fra i banchi dietro cui spuntano carnagioni di tutti i colori. E dai cui emergono i desideri degli alunni che hanno consegnato una sorta di quaderno dei sogni al ministro: una serie di lettere con le loro piccole richieste. Una su tutte, far diventare la maestra Enza, "che e' tanto brava", da precaria a "fissa".
Ma anche aumentare le attivita' sportive pomeridiane. Un punto su cui Profumo ha subito teso la mano: "Oggi vedo- ha detto- il presidente del Coni, portero' la vostra preside con me per vedere che si puo' fare". "Vorrei che nel cortile ci fosse qualche gioco in piu'", scrive Arianna, III elementare, al ministro, "e vorremmo piu' cuochi alla mensa. Vorrei che tutti i bambini potessero studiare e che quelli stranieri possano imparare tante cose". "Ti volevo chiedere- ha letto a voce alta un bimbo parlando a Profumo- se si potrebbe ristrutturare la scuola". Magari "mettendo qualche albero in piu' in giardino". (Ami/ Dire)