(DIRE - Notiziario scuola) Roma, 18 mar. - Si e' concluso sabato scorso alla Luiss Guido Carli di Roma il convegno Dal talento al lavoro. Oltre settanta tra dirigenti scolastici e professori di licei da tutta Italia hanno partecipato alla due giorni di lavori organizzata dall'ateneo Guido Carli per discutere sul tema dell'orientamento ed inquadrare l'importanza della scelta universitaria. Molti gli spunti e le proposte emerse.
Alla luce della situazione del mercato del lavoro e dell'anticipazione di molte universita', anche pubbliche, dei test di ammissione a numero chiuso, e' molto forte il timore che il quinto anno si svuoti di contenuto rendendo inutile l'esame di maturita' a test gia' riuscito. Occorre trasformare questo rischio in opportunita' rendendo il terzo e quarto anno fortemente orientativi e finalizzare con contenuti specifici l'ultimo anno, mettendo al centro e valorizzando le competenze dei singoli allievi. Chiare le componenti di questa spinta alla scelta: una preparazione anticipata che risolva il problema dell'ansia da test; la partecipazione diretta a lezioni universitarie; una riduzione dei tempi di attivita' giudicate ormai meno utili che dia piuttosto spazio a stage e tirocini.
In sostanza piu' esperienza diretta, meno sovrabbondanza di informazioni e spinte all'orientamento basate meno sulla volonta' dei singoli professori. In questo contesto e' emersa anche da parte dei dirigenti scolastici del Nord Italia, il bisogno di una preparazione scolastica geolocalizzata e ridisegnata sulle reali necessita' lavorative dei singoli territori. Il pezzo di carta, infatti, non dice niente se non si offrono ai giovani studenti concrete opportunita' una volta conseguito il diploma o la laurea: si rischia altrimenti che i ragazzi non abbiano piu' la capacita' di auto intraprendere. Bisogna riposizionare l'offerta a alla domanda. Altro fattore. L'importanza della centralita' della persona e quindi la necessita' di introdurre nella scuola una "didattica orientativa" che spinga e sostenga le motivazioni degli studenti. Anche quelle di coloro che desiderano prendersi una "pausa di riflessione". Perche' l'anno sabbatico per chi ancora non ha deciso il percorso da intraprendere dopo la scuola, non sia visto come un anno sprecato o peggio una sconfitta, ma un momento di arricchimento, sia per lo studente sia per gli stessi professori.
Ulteriore punto toccato: lo studio all'estero. Premesso che i docenti presenti ritengono che la preparazione offerta dalla scuola italiana sia migliore, trascorrere un anno in un liceo fuori Italia puo' essere molto positivo ma anche eccessivo nella durata e costoso per la media delle famiglie. Da qui le proposte di "democratizzare le opportunita'" per tutti gli alunni e di defiscalizzare le spese che sostengono i genitori per mandare i loro figli a fare esperienze di studio all'estero, sia durante gli studi superiori che all'universita' (Erasmus detraibile dai redditi). Inoltre, particolare attenzione agli accordi di integrazione scuola - universita' per il riconoscimento di crediti validi anche dopo il liceo, sul modello di quanto oggi fanno pochissime scuole e atenei. Gli stage estivi al terzo e quarto anno sono considerati da tutti i presenti, fondamentali, per caprie cosa lo studente vuole e o non vuole fare nel suo futuro professionale. Gli ambiti lavorativi preferiti dagli studenti per una prima esperienza sul campo: biblioteche, enti pubblici, strutture sanitarie, Onlus e organizzazioni umanitarie sia in Italia sia all'estero. Per dare effettivita' a tutti questi aspetti, e' infine opportuno sviluppare dei regolamenti scolastici che responsabilizzino al massimo i ragazzi soprattutto dell'ultimo anno che ,ormai diciottenni, siano trattati come giovani adulti e non bambini. I regolamenti scolastici per i diciottenni sono gli stessi dei bambini delle elementari. In conclusione, la LUISS ha proposto alle scuole una serie di iniziative congiunte di valore generale ed in particolare un master per la professionalizzazione dell'attivita' di orientamento.
(Com/Ami/ Dire)