IACONA: 'ASSISTIAMO A VIOLENZA DI GENERE CHE COLPISCE 1/3 DELLE ITALIANE'.
(DIRE - Notiziario scuola) Roma, 4 mar. - Il liceo Mamiani di Roma apre le porte alle 'Donne: tra emancipazione e pregiudizi di ritorno', ospitando da oggi al prossimo venerdi' un ciclo di conferenze nell'ambito della settimana dell'8 marzo. "Il femminicidio e' una parola di nuova generazione, imposta dalla realta'. Non possiamo far finta di non conoscerla e soprattutto non possiamo evitare di trattarla a scuola, il luogo che formera' i futuri uomini e donne della nostra societa'". Cosi' il dirigente scolastico del liceo classico statale di Viale delle Milizie, Tiziana Sallusti, ha introdotto il tema alla sua platea di studenti, presentando poi l'oratore della prima giornata di dibattito: Riccardo Iacona, autore del programma Presadiretta. Il giornalista di Rai Tre ha pubblicato recentemente un libro inchiesta sulle donne uccise in Italia, ricordando i numeri di un vero e proprio bollettino di guerra: 136 nel 2011 e 124 nel 2012.
"Almeno una volta nella vita 7 milioni di italiane hanno subito violenza- rivela Iacona agli studenti- si tratta del risultato dell'unica indagine condotta nel nostro paese dall'Istat sul femminicidio e che risale al 2007". Uno studio che accende i riflettori su una "violenza di genere che riguarda un terzo delle cittadine italiane (in totale 30 milioni) vittime dei loro mariti e dei loro uomini. Una violenza- aggiunge il giornalista- che si configura sempre di piu' come una malattia endemica". Il femminicidio e' una "brutta parola, un neologismo che ci indica- precisa Iacona- che la donna e' uccisa non perche' nera o appartenente a un clan rivale, ma in quanto donna". Sono tante le professoresse dell'istituto 'Terenzio Mamiani' impegnate nell'organizzazione della settimana di riflessione. Per Maria Mantello, insegnante di storia e filosofia e autrice del libro su 'Sessuologia, chiesa cattolica e caccia alle streghe', "la violenza non viene dal nulla, e' il risultato di una sedimentazione ancestrale che frulla nel cervello dei maschi a partire proprio dai luoghi comuni come 'l'avere la parita''.
Purtroppo parliamo di un'emancipazione che non e' stata digerita- sottolinea Mantello- i diritti delle donne, nonostante le battaglie femminili siano partite da lontano, non sono stati ancora acquisiti nei rapporti sociali, non sono stati tradotti nella pratica". Cosa fare quindi per impedire al 'sesso debole' di nascondere la verita' sotto la cipria? "Sicuramente- conclude l'insegnante di storia e filosofia- affrontare il problema su due livelli: tutelare le liberta' conquistate e mantenere aperto un dibattito culturale in seno alle istituzioni, che devono realizzare un intervento capillare nella societa' a partire dal linguaggio". Parlare di donne e' invece una necessita' per la docente di lettere, latino e greco, Lorella De Matteis, "perche' i giovani sono bombardati oggi piu' che mai da modelli negativi che devono essere trattati criticamente. Stiamo vivendo un fenomeno allarmante, su cui e' necessario far riflettere i piu' piccoli. Gli studenti di tutta la scuola verranno infatti convolti in questi incontri".
La violenza verra' sviscerata al Mamiani in tutte le sue forme e in tutti i luoghi, da quella domestica a quella iconografica, da quella culturale a quella propriamente storica con 'La rivoluzione copernicana delle donne dagli anni 70 ad oggi'. Gli ultimi incontri si incentreranno sul tema dei diritti: dalla tutela di quelli internazionali al diritto di famiglia. Saranno tante le personalita' che prenderanno la parola per aprire la mente degli studenti, e tra queste Chiara Pelaia e Maria Serena Sapegno di 'La Sapienza' di Roma, Marisa Paolucci giornalista e collaboratrice di 'Telefono Rosa', Patrizia Fiocchetti del Cisda Onlus, Tiziana Bartolini direttrice di 'Noi Donne' ed Elena Coccia del Direttivo Giuristi Democratici. Dalla scuola riparte quindi un messaggio forte, per non dimenticare le vittime e per ricordare che in Italia "manca un'educazione affettiva- conclude l'autore di 'Se questi sono gli uomini'- che deve essere data ai soggetti proprio a partire dall'infanzia. Il femminicidio ha un responsabile: il maschio".
(Wel/ Dire)