(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 20 mag. - Maltrattamenti, percosse e umiliazioni. Per questo mercoledi' scorso a Roma, sono finite ai domiciliari una insegnante e la coordinatrice di una scuola per l'infanzia in zona Portonaccio. Nei confronti di bambini con disagi venivano usati anche insulti come 'scemo, zozzo, bastardo', mentre un altro bambino, che si era fatto la pipi' nei pantaloni, era stato costretto a pulirla con dei fazzoletti.
A seguito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, con il sostituto procuratore Eugenio Albamonte e gli agenti del commissariato San Basilio, diretti da Adriano Lauro, e' stata data "esecuzione a due misure cautelari degli arresti domiciliari emesse nei confronti di F.M. di 63 anni e M.R.C. di 57 anni, rispettivamente coordinatrice scolastica e insegnate della scuola dell'infanzia denominata 'San Romano', nell'omonima via al civico 92, per i reati di maltrattamenti e percosse in danno di minori- si legge in una nota- La notizia criminis veniva acquisita in seguito alla segnalazione proveniente da persone gravitanti all'interno dell'ambiente scolastico nonche' da alcuni genitori che riferivano di presunti maltrattamenti e vessazioni posti in essere da una maestra e commessi in danno di alcuni alunni minori degli anni 4. Dai primi accertamenti risultava altresi', che la direttrice della scuola, sarebbe stata a conoscenza della condotta illecita dell'insegnante, omettendo di prendere gli opportuni provvedimenti, in violazione dei suoi poteri-doveri di vigilanza e controllo, al fine di salvaguardare il buon nome dell'istituto 'San Romano'. In seguito a questa preliminare attivita' d'indagine il sostituto procuratore titolare dell'inchiesta, dopo aver ascoltato le dichiarazioni dei potenziali testimoni, al fine di acquisire ulteriori elementi probatori, disponeva un'attivita' d'indagine tecnica (con l'suo di telecamere, ndr) che effettivamente ha fornito riscontri oggettivi circa i gravi indizi di colpevolezza gia' evidenziatisi, in particolare, a carico della F.M".
Gli investigatori, durante tale fase, "hanno accertato la commissione di numerosi comportamenti violenti, vessatori, offensivi e mortificanti della dignita' dei bambini affidati ad essa durante l'orario scolastico. Particolare menzione merita l'episodio nel quale un bambino colpevole di essersi fatto la pipi' nei pantaloni, e' stato costretto dalla maestra ad inginocchiarsi e ad asciugarla con un fazzoletto di carta, dopo essere stato minacciato, davanti agli altri bambini, di fargliela pulire con la faccia- continua la nota della Questura- Numerosi sono stati gli eventi in cui la maestra e' ricorsa alla violenza per ottenere l'obbedienza degli alunni. Tali condotte dell'educatrice, che hanno generato nei piccoli un clima di terrore, mettendoli in costante soggezione psicofisica, si manifestavano anche incitando alcuni di loro, solitamente i piu' grandi, alla violenza e alla denigrazione in danno degli altri".
Il comportamento della maestra "fatto anche di insulti ed umiliazioni verbali, ha riguardato anche bambini portatori di disagi e difficolta' psicoinfantili. Sono stati usati epiteti vari come scemo, zozzo, bastardo. Dalle indagini e' emerso inoltre, che nonostante la maestra fosse stata piu' volte, nel tempo, criticata e ripresa anche dalle sue colleghe circa i suoi metodi educativi, avvalendosi della protezione e della copertura della direttrice, ha continuato imperterrita nella commissione di tali illeciti, limitandosi esclusivamente a non assumere tali comportamenti in presenza di altro personale scolastico. Nel corso del tempo le diverse persone, docenti e non, che hanno denunciato i comportamenti dell'insegnante alla direttrice M.R.C., si sono sempre trovate davanti ad un 'muro' o addirittura emarginate dall'ambiente, poiche' la stessa ha cercato di mettere tutto a tacere, senza prendere alcun provvedimento, inducendo al silenzio chiunque volesse evidenziare in qualche modo la errata sistematicita' educativa che si teneva all'interno della scuola, in particolare nella suddetta classe, ricorrendo anche a forme di intimidazioni e di ritorsioni, abusando dei propri poteri istituzionali". Cosi', "visto quanto emerso dalle indagini, il sostituto procuratore Eugenio Albamonte, soprattutto al fine di preservare i minori sottoposti al rischio evidente della reiterazione da parte della maestra delle condotte illecite in argomento, ha richiesto con urgenza una misura cautelare al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Elvira Tamburelli, la quale ha emesso a carico delle due donne la misura cautelare degli arresti domiciliari".
(Wel/ Dire)