(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 13 mag. - Le maestre arrabbiate, si sa, sono difficili da contenere. E cosi' succede che durante l'"assedio" a Palazzo D'Accursio portato lunedi' scorso dalle insegnanti dell'Adi, in protesta contro il passaggio all'Asp delle materne comunali, gli assessori del Comune di Bologna sono costretti a farsi 'prestare' il megafono dagli stessi manifestanti. Circa 200 maestre si sono presentate con striscioni e urla nel pomeriggio a Palazzo D'Accursio, riempiendo la sala d'Ercole e chiedendo di parlare col sindaco Virginio Merola, al grido di "No Asp", "Scuola non azienda di servizio" e "La scuola pubblica non si vende". Insegnanti agguerrite, che per oltre mezz'ora hanno avuto un faccia a faccia con Matteo Lepore, coordinatore di Giunta, Luca Rizzo Nervo (Sanita') e Marilena Pillati (Scuola).
"E' da un anno che si sta trattando su un futuro delle scuole che e' gia' stato deciso senza alcun confronto- attaccano le maestre- e' ora di ascoltare i lavoratori, non solo i sindacati che vi fanno comodo". E ancora: "Non e' pensabile trasformare la scuola in Asp, se accadesse a livello nazionale ci sarebbe la rivoluzione in piazza". Le insegnanti in protesta accusano poi il Comune di aver "distrutto la graduatoria permanente", di lasciare "a casa 200 precarie" e di non aver "passato allo Stato 90 insegnanti alle Aldini perche' ve la siete presa comoda". Ma la paura piu' grande e' che il passaggio delle materne all'Asp significhi privatizzazione e che, nel trasferimento, le insegnanti comunali perdano il loro contratto del comparto scuola sostituito da quello, meno vantaggioso, del comparto enti locali. Lepore inizia con calma: "Siamo qui perche' siamo disponibili ad ascoltarvi". Ma la voce non basta e cosi' si passa al megafono preso in prestito. Le maestre pero' interrompono gli assessori, che pure si sgolano nel dire che "non abbiamo nessuna intenzione di dismettere la scuola- assicura Pillati- e mente chi dice che la strada e' quella della privatizzazione". Anche Rizzo Nervo prova a spiegare che "stiamo facendo un'azienda pubblica", ma persino la voce al megafono viene coperta dalle urla di protesta delle insegnanti.
E cosi', Lepore alla fine sbotta: "Noi qui a Bologna difendiamo la scuola pubblica e mi sono rotto le palle di sentir dire che la vogliamo privatizzare". Apriti cielo. Dopo qualche minuto di contestazioni, un'insegnante in prima fila prende la parola per dire che "vogliamo vedere i numeri. Non ci crediamo che quella dell'Asp e' l'unica strada. E se e' davvero l'unica, vogliamo concordare insieme il percorso". Alla fine Lepore prende "l'impegno di incontrarvi con i numeri" dell'operazione, per "concordare il percorso intrapreso". Dopodiche' gli assessori tornano in Consiglio comunale, lasciando i vigili urbani a far defluire la protesta fuori dal Palazzo e ad assicurare alle maestre che saranno contattate per organizzare l'incontro.
(Wel/ Dire)