(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 6 mag. - Non e' solo per affermare un principio costituzionale, ma anche per arginare la privatizzazione della scuola: ecco perche' l'area "Lavoro e societa'" della Cgil sostiene il referendum comunale di Bologna per abolire il finanziamento pubblico alle scuole materne private. "Si tratta di affermare un principio costituzionale", si legge in una nota di Lavoro e societa'.
A Bologna le scuole materne private (27 di cui 25 cattoliche) "ricevono un triplice finanziamento: statale, regionale e comunale", elenca il comunicato: nel 2011 le 73 sezioni (erano 50 nel 1995) ricevevano ognuna 16.273 euro dal Comune che, aggiunti ai finanziamenti ricevuti da Stato e Regione arrivavano ad un totale di 33.356 euro. Il finanziamento comunale, oggetto del referendum, e' di 1.188.000 euro e quello totale arriva a 2.435.000 euro. E, "mentre i finanziamenti alle scuole pubbliche diminuiscono ogni anno, quelli alle scuole d'infanzia private continuano ad aumentare, i finanziamenti comunali a Bologna sono aumentati dal 2009 al 2011 di ben il 12%". Inoltre, sara' un caso, aggiunge la nota, ma nelle scuole private su 1.726 allievi solo 50 sono figli di stranieri e 11 sono disabili. Ecco perche' il referendum "ha un grande valore di affermazione dei principi costituzionali, ma anche di argine alla privatizzazione della scuola". Lavoro e societa', poi accusa il Comune e il sindaco Virginio Merola di "tentare in tutti i modi di svalorizzare il referendum": negato l'election day ora non aumenta i 200 seggi. Bocciati anche i gestori delle materne che minacciano di aumentare le rette o ridurre il servizio. "Minacce palesemente infondate, avvalorate in modo strumentale dall'amministrazione e dalla Curia", dicono dalla Cgil, aggiugnendo che, anche senza quorum, il referendum "non puo' essere ignorato".
(Wel/ Dire)