(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 6 mag. - Al via le prove Invalsi. Da domani, infatti, fino a giugno circa 2 milioni e 200 mila studenti italiani si cimenteranno con i test introdotti, nell'ormai 2007, dall'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione.
Nel dettaglio, domani e venerdi' tocchera' agli alunni delle scuole primarie (II e V elementare), il 14 maggio a quelli delle secondarie di primo grado (I media) e il 16 ai giovani della scuola secondaria di secondo grado. Infine, il 17 giugno, circa 600 mila studenti dovranno affrontare la prova inserita all'interno dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione (licenza media), prova che vale un sesto del voto d'esame complessivo.
Numerose le novita' introdotte nell'edizione di quest'anno.
"Abbiamo deciso di dare piu' spazio a domande aperte che consentono in matematica risposte piu' ricche, che favoriscano una maggiore argomentazione, per capire il ragionamento compiuto dallo studente per dare la risposta- ha spiegato durante la presentazione dei test 2013 Roberto Ricci, responsabile dell'area prove Invalsi- e in italiano domande che richiedono una comprensione complessiva dei testi. E anche la grammatica puntiamo a considerarla come strumento di valutazione. Tutto cio' per individuare il lettore piu' competente piu' che quello erudito". La prova per gli studenti di terza media, ha aggiunto poi Ricci, "e' costruita con tecniche diverse perche' incide sulla valutazione; e' prevista una griglia per assegnare il voto". Invece le altre prove "non hanno incidenza sul percorso scolastico" e hanno il solo obiettivo di "monitorare e fornire indicazioni su dove sta andando la scuola". Per queste prove la decisione di comunicare i risultati "rientra nell'autonomia didattica del docente".
Proprio per "accrescere le potenzialita' di utilizzo a fini di autovalutazione e riflessione sulla didattica", ha concluso il portavoce Invalsi, la restituzione delle prove alle singole scuole avverra' quest'anno molto prima del solito, all'inizio di settembre.
Tutte le informazioni raccolte elettronicamente verranno presentate dall'Invalsi in un rapporto nazionale il prossimo 11 luglio: come al solito il focus sara' sulle differenze tra regioni sul ruolo del background socio-economico e familiare, le differenze tra scuole e classi, ma per la prima volta saranno esposti dati anche sulla motivazione e sugli atteggiamenti degli studenti che verranno 'testati' sul loro grado di impegno quotidiano, sull'importanza che attribuiscono allo studio anche in relazione alle ambizioni. La finalita' e' quella di fornire in futuro indicazioni ai docenti anche sulla capacita' di coinvolgere i propri studenti.
Il commissario straordinario dell'Invalsi, Paolo Sestito, ha sottolineato a sua volta che le prove stanno "enfatizzando sempre di piu' le competenze piu' che le semplici conoscenze scolastiche. Stimoli cognitivi e non quiz nozionistici, quindi. Non si vuole offrire un metro di giudizio del singolo alunno ma la finalita' e' sempre dare una descrizione del sistema scolastico complessivo. Nessun ragazzo sara' 'marchiato' nel suo percorso sui banchi". In queste settimane, intanto, contro i test Invalsi si sono svolte assemblee e convegni di docenti e Ata, oltre all'appello - lanciato dai Cobas - che ha raccolto molte migliaia di firme di uomini e donne appartenenti al mondo della cultura e delle arti.
Nella petizione il sindacato nega - in sostanza - quanto sostenuto dai tecnici dell'Invalsi. Infatti, sottolinea che "i quiz standardizzati avviliscono il ruolo dei docenti e della didattica, abbassando gravemente la qualita' della scuola, provocando la marginalizzazione delle materie non coinvolte nella valutazione e insieme il degrado delle discipline interessate: riduzione al problem solving per la matematica e per l'italiano oscuramento della complessa composizione scritta a favore della comprensione del testo, del quale non importano piu' i messaggi autoriali veicolati o il loro significato storico-culturale.
Impartire un tale insegnamento significa annullare le soggettivita' coinvolte nell'atto pedagogico: ad uno studente privo di pensiero critico corrisponde un docente trasformato in tabulatore sempre piu' lontano dall'autonomia e dalla liberta' d'insegnamento".
Per dire 'no' ai test Invalsi, che "impongono una scuola misera, degradata e impoverita", il Cobas ha indetto per questo mese una serie di scioperi. Il primo di essi avra' luogo proprio domani, in concomitanza con l'avvio delle prove: dinanzi al Miur e' anche in programma un sit-in dei docenti e del personale Ata delle scuole materne ed elementari, "con la speranza- ha fatto sapere i Cobas- che il neo ministro Maria Chiara Carrozza apra a un confronto".
(Wel/ Dire)