SCUOLA. BOLOGNA, DAY AFTER FRONTE B: IL SISTEMA NON SI TOCCA
ROSSI (FISM): DIALOGO SI', MA NIENTE SCORCIATOIE
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 3 giu. - Il messaggio e' "ricucire e lavorare", per dirla con Giovanni Sedioli, leader di uno dei due comitati dell'opzione B al referendum sul finanziamento municipale alle materne private. Ma con una condizione: il sistema pubblico-privato non si tocca. "Solo il 15% dei bolognesi crede che il sistema integrato debba essere messo in discussione. Credo che questo dato pesi sulle scelte che il sindaco fara'", scandisce il segretario Cisl Alessandro Alberani, esponente del comitato guidato da Stefano Zamagni, alla conferenza stampa tenuta la settimana scorsa, dopo l'esito del referendum dai comitati a Palazzo D'Accursio. Il day after del fronte B, favorevole al mantenimento dei finanziamenti alle materne paritarie private, si gioca a due livelli. Da un lato aprire il dialogo coi vincitori e rilanciare la proposta degli stati generali della scuola gia' messa in campo alla vigilia della consultazione ("I sostenitori dell'A non sono nostri nemici", assicura Alberani), dall'altro blindare il rapporto tra il Comune e le paritarie. Si tratta di vedere "come e' possibile migliorare il sistema nelle convenzioni", e' l'apertura di Alberani.
"Il problema del rapporto pubblico-privato c'e', ma le convenzioni- sottolinea Sedioli- hanno alternative peggiori" e a decidere non puo' essere un referendum, strumento di cui gli esponenti del B mettono in evidenza tutti i limiti alla luce anche del risultato di ieri. La trincea la scava anche e soprattutto il presidente Fism, Rossano Rossi. "Non si puo' andare indietro rispetto una legge che esiste", cioe' la legge Berlinguer che prevede il sistema misto. "Il dialogo deve partire di li'. Chi non e' d'accordo- aggiunge- metta in discussione la legge e non cerchi scorciatoie". Rossi fa pero' anche una parziale autocritica su come e' stato comunicato ai cittadino questo referendum. "Mi sembra che il mondo delle nostre scuole si sia mobilitato. Noi calcolavamo 15.000-20.000 voti. Certo, c'e' un tema di comunicazione, di sensibilizzazione e informazione delle nostre ragioni. Ma il referendum non era il sistema piu' adeguato per far passare queste ragioni".
(Wel/ Dire)
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