SCUOLA. EMILIA ROMAGNA, DAL 2013 VIA ALTRE 12 ISTITUZIONI: L'ALLARME DELLA CGIL
62 AUTONOMIE IN MENO RISPETTO A MAPPA NAZIONALE, CHE DISAGI
(DIRE - Notiziario scuola) Roma, 21 gen. - Nonostante la Regione avesse previsto di non toccare il numero delle scuole in ambito provinciale, Province e Comuni scelgono di tagliarle, con il risultato che dal 2013 in Emilia-Romagna si attendono 12 istituzioni scolastiche in meno. Ora, quindi, e' bene che tutti gli enti locali si riuniscano allo stesso tavolo per garantire un'offerta ai cittadini degna delle aspettative. Lo chiedono oggi Cgil e Flc-Cgil dell'Emilia-Romagna, che sottopongono un nuovo documento alla Regione sul dimensionamento scolastico dopo l'incontro in commissione del 21 dicembre scorso. Ancora una volta si parte dall'accordo raggiunto l'11 ottobre tra Governo, Regioni ed enti locali, quello che aveva indicato un parametro medio regionale pari a 900 alunni per ogni istituzione scolastica e, applicato all'Emilia-Romagna, ha assegnato 607 autonomie comprensive dei centri provinciali di istruzione per gli adulti (Cpia) contro le attuali 551 e contro le 545 con gli ulteriori tagli previsti per il 2013/2014.
La riorganizzazione della rete scolastica dell'Emilia-Romagna, dunque, secondo Cgil e Flc produrrebbe ben 62 autonomie in meno rispetto a quelle che la distribuzione nazionale attribuisce. E dal settembre 2013, ricordano i sindacati in una nota, "la programmazione delle Province sopprime altre autonomie scolastiche: -12 di cui sei riutilizzate per aumentare il numero dei Cpia" con "pesanti conseguenze quali scuole smembrate, istituti comprensivi con piu' di 1.000 studenti, istituti con un alto numero di plessi". Tra i disagi da affrontare ci sono "ulteriori tagli di posti di lavoro ed un inevitabile impoverimento dell'offerta formativa", precisano Cgil e Flc riepilogando il quadro regionale dei tagli alle istituzioni scolastiche: -1 a Piacenza, -1 a Modena, -2 a Bologna, -3 a Ravenna, -1 a Forli'-Cesena, -4 a Rimini. Il punto e' che la sforbiciata alle scuole arriva "in presenza di un trend demografico e di alunni in costante aumento nei prossimi anni (media di 10.000 alunni in piu' ogni anno) che richiede necessariamente un ampliamento della rete scolastica ed una programmazione di lungo periodo", fanno notare le organizzazioni dei lavoratori.
Alle istituzioni, quindi, Cgil e Flc chiedono di rispettare "l'invarianza del numero di autonomie scolastiche in ambito provinciale, secondo il piano di dimensionamento del 2000, come punto fermo della programmazione". Ma si invocano anche "priorita' e sostegno ad un servizio scolastico diffuso e di qualita'" cosi' come un parametro dimensionale per l'istituzione degli istituti comprensivi "che deve oscillare fra un minimo di 800 ed un massimo di 1.200".
(Ami/ Dire)
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