Sfoghi docenti tra registro elettronico e genitori aggressivi
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 16 dic. - Altro che privilegiati. Gli insegnanti svolgono una professione ad alto rischio di stress ma d'ora in poi, a Bologna, potranno contare sul supporto di uno sportello d'ascolto gestito da una psicologa. L'iniziativa è promossa dalla Gilda, che ha dedicato un'assemblea proprio allo "stress d'aula". Lo sportello sarà operativo da gennaio: si tratta di uno strumento "gratuito ed anonimo", spiega il referente della Gilda di Bologna, Giovanni Cadoni, che successivamente potrà svilupparsi in corsi di formazione e aggiornamento per gruppi. Del progetto si occuperà Eleonora Motta, psicologa e psicoterapeuta.
Parlando con gli insegnanti "riscontro innanzitutto un senso di enorme solitudine", spiega proprio Motta. Lo sportello "ovviamente non è pensato come uno spazio terapeutico ma di ascolto", continua la psicologa: un'occasione per trovare una persona che "proverà a starvi al fianco per aiutarvi a trovare e sperimentare strategie per la soluzione dei problemi". Una "scommessa importante", la definisce Renza Bertuzzi, responsabile di "Professione docente", il mensile della Gilda: un progetto che "va nella direzione di considerare gli insegnanti come attori del cambiamento e non solo oggetto di qualcosa che subiscono". Uno spaccato sul tema lo fornisce Vittorio Lodolo D'Oria, medico del lavoro e autore di diverse pubblicazioni sullo stress da lavoro correlato dei docenti (ad esempio, "Pazzi per la scuola").
Gli insegnanti vivono "una tipologia di rapporto con l'utente unica", sottolinea l'esperto, che si protrae "tutti i giorni e più ore al giorno, per nove mesi all'anno e per cicli di tre o cinque anni". Questo in un contesto in cui "l'alleanza tra le agenzie educative, cioè famiglia e scuola, è completamente saltata": in altre parole, afferma D'Oria, di fronte a ciò che ottiene e combina l'alunno, il "genitore si considera sempre innocente". Dall'altro lato, un docente che in media ha 51 anni e nell'82% dei casi è donna: dunque incide anche la menopausa, sostiene D'Oria, per una categoria che svolge un lavoro "psicofisicamente usurante" e, dunque, risulta "fortemente a rischio".
In Italia non esistono dati specifici ma basti pensare che in Inghilterra, ad esempio, quella degli insegnanti è la categoria "a più alto rischio suicidio di tutte le altre", riferisce D'Oria. Tra le cause di inidoneità al lavoro, poi, quelle psichiatriche rappresentano ben il 64% del totale, incidenza "maggiore di cinque volte rispetto alla disfonia- continua l'esperto- ma questa è riconosciuta come causa di servizio e le prime no". Una situazione distribuita "quasi in modo uguale nei diversi ordini di scuola", continua il medico del lavoro, segnalando che tra gli insegnanti aumenta anche il rischio oncologico, perchè "la depressione porta con sè anche immunodepressione". Per giunta, sostiene D'Oria, di fronte a questi elementi i dirigenti sono "completamente impreparati". Tutto ciò in barba ai "maledetti stereotipi" sugli insegnanti, conclude D'Oria: più che dei famosi "tre mesi all'anno di vacanza", bisognerebbe parlare di vera e propria "convalescenza".
Di fronte a genitori sempre più "aggressivi", è necessario che l'opinione pubblica "si liberi della visione studentecentrica", sottolinea Gianluigi Dotti, responsabile del Centro studi nazionale della Gilda, "spostando l'attenzione anche sulla figura e la professione dei docenti, perchè sono loro che si occupano dello studente, lo educano e lo fanno crescere". Si tratta, dunque, di "prevenire il disagio, fornire formazione adeguata- aggiunge- strumenti e ambienti di lavoro idonei, obiettivi compatibili con le risorse".
Tra i docenti che intervengono dalla platea, la prima strappa l'applauso dei colleghi chiedendo se "è possibile organizzare incontri di questo tipo con i dirigenti scolastici" (comunque invitati, precisa la Gilda, anche all'iniziativa di oggi). "Sono una delle insegnanti che, grazie alla riforma Fornero, dovranno lavorarare fino a 67 anni, quali sono- chiede un'altra- le strategie per arrivare fino a quel'età?". Interviene anche un docente dell'Ic16, che ieri ha presentato il proprio bilancio sociale: ora "tutti sanno quante assenze facciamo e che voti diamo", si sfoga, ma quel documento "è pieno zeppo di errori, perchè si vogliono fare queste cose ma senza avere il tempo di tenerle aggiornate". Un'altra prof, subito dopo, chiede lumi sull'informatica, perchè "il registro elettronico mi ha mandato in palla". E una sua collega, battendo sullo stesso tasto: "Ci vedo poco, devo lavorare fino alle dieci di sera per immettere tutti i dati". In effetti, il registro elettronico "causa uno stress enorme", conferma Bertuzzi. Eppure, si tratta di "una forzatura senza senso, che i dirigenti fanno complicando la vita ai docenti- afferma Dotti- solo per rispondere ad una circolare smentita dal sottosegretario Gabriele Toccafondi, il quale ha chiarito che il registro elettronico non è obbligatorio".
(Wel/ Dire)