(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 22 apr. - Classi pollaio, docenti che mancano, disabili senza insegnanti e famiglie senza tempo pieno. Suona anche quest'anno la campanella d'allarme della Flc-Cgil dell'Emilia-Romagna sui tagli alla scuola e agli organici.
Venerdi' scorso una delegazione del sindacato ha incontrato il reggente dell'Ufficio scolastico regionale, Stefano Versari, che ha comunicato numeri "insostenibili- riferisce la segretaria regionale della Flc-Cgil, Raffaella Morsia- a fronte di un aumento di 8.500 nuovi studenti per il prossimo anno scolastico, 43.000 in piu' dal 2008, all'Emilia-Romagna sono stati assegnati solo 172 posti in piu' in organico". Un contingente che "non da' risposte neanche in termini di formazione delle nuove classi". Con cosi' pochi insegnanti, i presidi saranno "in grande difficolta': o rifiuteranno i bambini o faranno classi pollaio violando le norme di sicurezza".
C'e' poi il tema del tempo pieno: ogni anno in Emilia-Romagna oltre 3.000 bambini restano senza, calcola il sindacato. E anche per il prossimo anno scolastico si contano "125 richieste di tempo pieno che non saranno soddisfatte". Sul fronte sostegno, invece, da settembre ci saranno 592 studenti certificati in piu' nelle scuole emiliano-romagnole, per i quali gli insegnanti non bastano perche' "il rapporto e' un docente su tre alunni invece che uno su due, come prevede la normativa". Anche a causa dei tagli, avverte Morsia, "sono in aumento gli abbandoni e la dispersione scolastica, e molte famiglie, a Reggio Emilia per esempio sono circa 500, hanno cominciato a non iscrivere piu' i loro figli alla scuola dell'infanzia perche' non possono permettersi la mensa e il trasporto scolastico".
La Flc-Cgil ha chiesto quindi "con forza" a Versari di "rappresentare le esigenze del territorio". In particolare, spiega Morsia, "abbiamo chiesto altri 630 posti per la formazione delle classi, un ulteriore pacchetto di posti aggiuntivi per le zone del terremoto e un pacchetto di posti solo per le materne". Secondo la Flc-Cgil andrebbero aperte 50 sezioni in piu' all'anno per cinque anni in Emilia-Romagna, circa 2.500 annui per un lustro in tutta Italia. Un investimento, a livello nazionale, "pari a 170 milioni di euro- conteggia il sindacato- ovvero un'ala di un F35".
Secondo Morsia, dunque, "ci vuole un'inversione di tendenza. Il nuovo Governo deve tornare a investire sull'istruzione". Ma anche gli enti locali devono fare la loro parte. "Io vorrei che gli amministratori scendessero in piazza con la fascia tricolore per difendere il diritto degli studenti- manda a dire la numero uno regionale della Cgil scuola- la nostra protesta continuera', ma non possiamo farcela da soli: non puo' essere un problema solo della Flc-Cgil".
(Wel/ Dire)