IL PRESIDENTE: DA DIRETTORI DIDATTICI I PRESIDI SONO DIVENTATI MANAGER.
(DIRE - Notiziario scuola) Roma, 3 dic. - "La scuola italiana oggi la vedo male, a partire dalla riforma Gelmini ha perso del tutto la pedagogia. I presidi hanno cessato di essere direttori che si occupano della didattica per diventare manager di offerte formative che hanno dimenticato la priorità della pedagogia". È quanto ha affermato il presidente dell'Uniped, Gian Luca Bellisario in occasione del primo congresso nazionale dell'l'Unione italiana pedagogisti che si e' tenuto a Lanciano. "I dirigenti scolastici sono sempre piu' costretti a gestire l'economia e sempre meno la pedagogia. I Docenti sono passati dalla redazione dei Piani Educativi Individualizzati e di Istituto (Pei e Pec), che prevedevano una programmazione pedagogica declinata nella didattica, ai Piani dell' Offerta formativa (Pof) dove, di fatto, l'Offerta pedagogico-didattica è sempre più marginale e ridotta. Questo significa togliere il timone a una nave e trasformare gli istituti di formazione in centri di informazione", continua. Dalla prima riforma Gelmini, secondo Bellisario, "siamo tornati alle scuole di serie A, i licei, e a ragazzi di serie B, quelli che frequentano gli istituti professionali. Una discriminazione che era stata abolita nel 1969. Questa politica non ci educa ad essere uomini liberi- ha rimarcato il presidente- perche' solo attraverso la cultura e la formazione si acquisisce la capacita' di compiere scelte consapevoli. Inoltre, con una scuola carente di conoscenze, rischiamo che nel futuro avremo tanti diplomati e laureati probabilmente disoccupati". "Sempre con la riforma Gelmini si tollera che una persona con qualsiasi laurea possa diventare dirigente Scolastico. Per noi e' inopportuno e- ha precisato Bellisario- vorremmo che anche i dirigenti scolastici, come i docenti laureati in materie pedagogiche come i maestri elementari, fino al 1999, effettuassero un formazione seguita da un tirocinio in pedagogia essendo, la loro utenza, quella dei ragazzi". Parlando di investimenti, invece, per il presidente dell'Uniped la scuola deve essere intesa come "un rapporto tra persone e non deve essere invece confusa con il luogo ove tale rapporto si esprime. Gli investimenti devono essere fatti quindi sulle persone, studenti e insegnanti, e non sugli edifici. Invece i soldi, quando ci sono, vengono impiegati per dipingere pareti e cambiare serrature, e poi i ragazzi e i docenti non sanno dove prendere i soldi per aggiornarsi e svolgere attività. Prima, con Berlinguer-ha ricordato il pedagogo- seppur discutibile, almeno vi erano sette livelli di avanzamento stipendiale sulla base dell'effettiva e documentata frequenza dei corsi di aggiornamento offerti dal ministero. Oggi, i nostri alunni sono in forte disagio con docenti spesso non aggiornati anche se desiderosi di farlo". Ma anche i genitori vivono un disagio, ha confessato Bellisario, "che possiamo definire della continuita' orizzontale" (perche' investe il rapporto scuola-famiglia). I genitori- ha spiegato- dovrebbero intervenire come parte attiva nell'elaborazione del piano di offerta formativa per i loro figli nello spirito degli Organi Collegiali che la Scuola prevede, invece tali funzioni si sono ridotte, quasi ovunque, a mera rappresentazione simbolica delle gestione partecipata della scuola e i rappresentanti dei genitori e degli studenti sono interpellati solo per l'organizzazione delle gite. Cominciamo, invece, a prevedere, a fianco al collegio dei docenti e a quello di Istituto (presieduto simbolicamente da un genitore), un vero e proprio collegio di genitori- ha proposto il presidente dell'Uniped- perche' senza un'utenza sociale, democratica e partecipata, la scuola diventa imposizione dello Stato e non proposta pubblica uguale per tutti". In ultimo, "vorrei suggerire dei corsi di aggiornamento anche per i collaboratori scolastici. I bidelli trascorrono tanto tempo con gli studenti, dovrebbero seguire dei corsi di preparazione o dei master in pedagogia per essere in condizione di non sentirsi gli ultimi della scuola. Valorizziamo i collaboratori scolastici economicamente e culturalmente- ha concluso Bellisario- aiutiamoli a stare con i ragazzi non solo improvvisando"
(Wel/ Dire)