Roma, 31 ott. - "Il cancro del polmone e' la prima causa di morte per neoplasia nell'uomo: le stime registrano un'incidenza di tale malattia in Italia di circa 40.000 nuovi casi ogni anno (11% di tutte le diagnosi di tumore nella popolazione). Negli ultimi anni si e' registrato un aumento di casi anche nelle donne fumatrici. Da questi numeri, si deduce come nel corso della vita, un uomo su dieci rischia di ammalarsi di cancro del polmone. La mortalita' dovuta al cancro del polmone e' molto alta: si registrano in Italia circa 35.000 decessi ogni anno, la sopravvivenza a 5 anni dei portatori di questa malattia e' del 13%. Il piu' importante fattore di rischio e' il fumo di sigaretta e il secondo, ormai accertato da numerosi studi scientifici eseguiti su larga scala, e' l'esposizione al radon (fattore indoor) che incide nel 10% dei casi di tumore del polmone". Lo dice Nicola Rotolo, chirurgo del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Universita' degli Studi dell'Insubria, parlando della relazione tra 'Radon e cancro al polmone' nel corso del Convegno 'Radon rischio geologico dalla terra un pericolo invisibile per la salute: quanti lo conoscono?' organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi, presso la sede del Cnr di Roma.
Il radon e' un gas nobile radioattivo naturale, incolore, insapore e inodore ed e' considerato la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo da sigaretta. "Studi epidemiologici confermano che il radon nelle abitazioni aumenta il rischio di cancro del polmone, incremento stimato in un range tra il 3% e il 14% (in relazione alla concentrazione media del radon nel luogodi esposizione)", prosegue Rotolo.
"Inoltre- prosegue Nicola Rotolo, chirurgo del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Universita' degli Studi dell'Insubria- si e' osservato che il rischio di cancro di polmone nei soggetti esposti al radon aumenta esponenzialmente nei fumatori. La mortalita' per cancro del polmone attribuito al radon in Italia e' stimata essere intorno ai 5.000 casi circa (3.500 - 5.000) su 35.000 morti per cancro del polmone. Un'arma importante, al momento, in mano agli operatori sanitari (chirurghi e oncologi) e' la diagnosi precoce che ha lo scopo di diagnosticare la neoplasia in una fase asintomatica e le cure, chirurgiche ai primi stadi, permettono di ottenere una sopravvivenza a 5 anni al di sopra dell'80%".
Quali sono i rischi per la salute causati dal radon? Alessandro Miani, Presidente della Societa' Italiana di Medicina Ambientale afferma: "Il radon e' un gas radioattivo che si lega al particolato presente negli ambienti indoor e grazie a questo si deposita a livello dei bronchi, bronchioli e alveoli polmonari. Se inalato, avendo una sua emivita, inizia a decadere rilasciando radiazioni, le piu' note quelle alfa, che possono interagire con il DNA cellulare delle cellule circostanti e modificarlo, dando il via al tumore. Nel caso di esposizione al gas radon, il tumore al polmone ha un'incidenza, in Italia, del 10 per cento di tutti i tumori polmonari, con circa 3200 casi all'anno".
"Il problema radon e' da ascrivere al campo dei rischi geologici poiche' la geologia locale, l'interazione tra edificio e sito e l'uso di particolari materiali da costruzione naturali sono gli elementi piu' rilevanti ai fini della valutazione dell'influenza del radon sulla qualita' dell'aria interna alle abitazioni e agli edifici", si legge nel documento prodotto dalla Commissione Ambiente del CNG dove si sottolinea come "sinora, il problema dell'inquinamento indoor da radon nel nostro Paese e' stato gestito da due figure professionali: i medici per l'aspetto sanitario, epidemiologico e i fisici per l'aspetto tecnico legato alle operazioni di misura".
Ai fini della prevenzione per ridurre o eliminare l'esposizione della popolazione al radon, i geologi rivestono un ruolo fondamentale per procedere alla mappatura delle concentrazioni del gas e per far dotare tutte le regioni d'Italia di un piano di monitoraggio capillare sulle radiazioni da radon.
L'importanza della figura del geologo e' data, a differenza dell'Italia, dai paesi esteri nei quali le mappe di rischio sono redatte dai competenti servizi geologici. Vincenzo Giovine, vice presidente e coordinatore della Commissione Ambiente del Consiglio Nazionale dei Geologi: "La geologia, scienza che studia la natura del sottosuolo, puo' contribuire in maniera fondamentale nella riduzione dei rischi causati da tale gas. Uno studio geologico, condotto a livello territoriale basato sulla distribuzione litologica e stratigrafica dei terreni, permette di definire le aree a maggiore concentrazione di radon. Dalla conoscenza della distribuzione areale e delle concentrazioni- chiarisce il vice presidente CNG- e' possibile procedere a una programmazione degli interventi utili a mitigare gli effetti dannosi di questo gas".
"A livello macroscopico, si puo' indirizzare l'espansione urbanistica verso aree a minor concentrazione e, quindi, a minor rischio, mentre a livello puntuale di singole abitazioni o fabbricati, dopo opportune misurazioni, si possono fornire informazioni che permettano di utilizzare i sistemi piu' idonei a ridurre e minimizzare la pericolosita' del radon- conclude Vincenzo Giovine, vice presidente e coordinatore della Commissione Ambiente del Consiglio Nazionale dei Geologi- In Italia, considerata la carente situazione a livello di estensione degli studi territoriali, occorre procedere a una mappatura completa del territorio nazionale al fine di completare il quadro delle conoscenze per poi operare, in modo mirato, a porre rimedio al problema".
(Rel/ Dire)