Roma, 24 ott. - "Accogliamo con estremo favore l'idea, lanciata dal Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, Tonino Aceti e subito fatta propria dal Ministro della Salute Giulia Grillo, di aprire, insieme a cittadini, medici, e altri professionisti, un Tavolo di confronto sulle autonomie regionali, e sulle ricadute che riguardano la sanita'". Cosi' Filippo Anelli, Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), commenta la proposta, emersa durante la presentazione, a Lungotevere Ripa, del VI Rapporto dell'Osservatorio civico sul federalismo in Sanita'.
"Come Fnomceo siamo stati tra i primi, dopo un'attenta riflessione con i nostri Ordini e con i Sindacati medici, a sollevare la questione delle autonomie regionali in materia di sanita' perche' siamo fermamente convinti che il trasferimento di competenze, se condotto in maniera troppo netta e perentoria, confligga con la visione unitaria e solidaristica del servizio Sanitario Nazionale, mettendone in pericolo la stessa sopravvivenza, e con gli articoli 3 e 32 della Costituzione, aumentando le disuguaglianze tra i cittadini. La Legge 833 del 1978 ha sancito la nascita del nostro Servizio Sanitario Nazionale, fondandolo su alcuni principi fondamentali, tra cui l'universalismo e la solidarieta'. Cio' significa che a tutti i cittadini va garantita la Salute nello stesso modo, negli stessi termini, con uguali diritti, in ossequio agli articoli 3 e 32 della nostra Costituzione. E vuol dire anche che se un cittadino, o una Regione, si trovano in difficolta', gli altri cittadini, le altre Regioni devono adoperarsi per aiutarli. Un sistema, dunque, concepito come organico, flessibile, solidaristico e che verrebbe messo a rischio dall'uscita di piu' Regioni".
"Diciamo un secco no a queste fughe in avanti, a questa diversificazione che vuole snaturare il nostro Servizio Sanitario, che e' stato pensato come nazionale- afferma il Segretario della Fnomceo Roberto Monaco, che ha partecipato questa mattina all'incontro- Le richieste di autonomia differenziata non sono la risposta a tutte le mancate soluzioni. Il rischio e' una sempre maggiore disuguaglianza in termini di accesso alle cure. Dobbiamo invece lavorare tutti insieme per tutelare diritti fondamentali in un paese civile, quali la salute e l'istruzione, diritti che, come i dati dimostrano, sono intrinsecamente legati: chi ha un minor grado di istruzione, infatti, e' svantaggiato nell'accesso alle cure".
"Sono necessarie regole, che permettano di trovare un giusto equilibrio tra le istanze di autonomia delle Regioni e il diritto dei cittadini all'uguaglianza e alla tutela della salute- conclude Anelli- queste regole non possono che scaturire da un confronto sereno tra tutte le parti in causa".
(Wel/Dire)