Roma, 3 ott. - Byte dentali, paradenti, allineatori, manca in Italia un confine netto tra la cosmesi e la medicina. Un gap normativo che sta allontanando i pazienti dai clinici per dirottarli verso l'autodeterminazione. Da qui Brunello Pollifrone, presidente della Commissione Albo Odontoiatri di Roma, lancia un appello in occasione della tavola rotonda ospitata questa mattina dall'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Roma e provincia: "L'autodeterminazione non crea una terapia giusta in qualsiasi campo, non solo in Ortodonzia. Chiediamo che venga emanata una legge che distingua cio' che e' un dispositivo medico da cio' che non lo e'. Vorrei che il ministero, o chi ne ha la competenza, producesse una norma definitiva".
Quando si prescrive una cura "si crea un'aspettativa di risoluzione- spiega l'esperto- e mi sembra assurdo che non si vada da un medico per avere la diagnosi e la terapia, ovvero un dispositivo medico che non puo' essere acquistato sul Web. Le soluzioni commerciali per risparmiare non rappresentano mai il modo giusto per curarsi, in quanto ogni dispositivo medico deve essere creato su misura del singolo cittadino che ne ha bisogno".
I rischi che si corrono utilizzando dei dispositivi medici 'fai da te' sono tanti. Un esempio sono i "kit di allineamento- spiega Pollifrone- delle mascherine trasparenti autoinserite in bocca che non rappresentano l'optimum per potersi curare". Oltre le mascherine, c'e' lo sbiancamento dentale: "Spesso dal 'dottor Google' si acquistano dei materiali per impronta, inviati poi alla societa' commerciale che sviluppa la mascherina che viene inserita nella bocca e che contiene il perossido di idrogeno che sbianca i denti. Se la percentuale di perossido di idrogeno e' sbagliata- avvisa il medico- si rischia che i denti si ipersensibilizzino fino al punto di perderli. Dovranno essere devitalizzati, con tutte le conseguenze che ne conseguono".
Un'altra moda e' il byte. "E' un apparecchio utilizzato per risolvere problemi occlusali, di malocclusione- precisa il presidente della Commissione Albo Odontoiatri dell'Omceo di Roma- ma soprattutto posturali, perche' l'articolazione si ripercuote su tutto l'organismo umano, sullo scheletro e sulla muscolatura. Se quell'apparecchio e' sbagliato, poiche' fatto con il 'fai da te', puo' creare problemi anche seri. Puo' causare mal di schiena, dolori muscolari, difficolta' nel camminare.
L'articolazione- sottolinea Pollifrone- non e' solo quella della bocca, ma comporta una ripercussione su tutto l'organismo".
All'Omceo di Roma e' nato uno sportello con il compito di controllare la veridicita' o la congruita' dei dispositivi medici, per offrire consigli a supporto del cittadino. "Il dispositivo medico deve sempre essere prescritto da chi ha il diritto di farlo". Entrando quindi nel campo dell'abusivismo, Pollifrone ricorda che "per controllare se una persona che prescrive un dispositivo medico abbia il diritto di farlo, basta andare sul sito della Fnomceo, o del singolo Ordine provinciale, e cercare in anagrafica gli iscritti all'Ordine digitando il nome e il cognome di colui che ha prescritto determinate terapie. In questo modo si sa se tale persona e' regolarmente iscritta all'Ordine dei Medici".
Di denunce, "anche telefoniche, ne arrivano di continuo all'Ordine dei Medici e sono legate soprattutto al byte- conclude- perche' l'allineatore dentale e' recentissimo, e' uscito negli ultimi sei mesi".
(Red/ Dire)