Roma, 28 nov. - Il 43% delle psicologhe ritiene che il proprio mestiere sia potenzialmente rischioso. È quanto emerge da una ricerca al femminile presentata oggi a Roma dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi (Cnop) e condotta dal Gruppo di lavoro (Gdl) sulle Pari Opportunita' su un campione di 5.000 psicologhe su tutto il territorio nazionale.
Nello specifico, il 47% delle intervistate ha dichiarato di aver subito, nell'esercizio della propria professione, aggressioni fisiche, verbali e in alcuni casi sessuali. Quasi il 30% del campione, inoltre, si sente discriminato soprattutto dai propri superiori (16,8%).
Numeri importanti, diffusi nel corso dell'incontro 'Empowerment di comunita' - L'alleanza delle differenze nelle strategie di sviluppo' aperto dai saluti di Fulvio Giardina, presidente Cnop, che ha evidenziato una sedia vuota rimasta protagonista al tavolo dei relatori per tutto il giorno: "È la sedia di quella donna- spiega- che non ha potuto scegliere liberamente il proprio progetto di vita a causa dell'imposizione sociale che ha sempre spinto le donne a svalutare il proprio percorso di crescita in favore della maternita'".
La ricerca, coordinata da Angela Quaquero, e' stata condotta insieme alle professoresse Elisabetta Camussi dell'Universita' degli studi Milano Bicocca, Laura Dal Corso dell'Universita' degli studi di Padova e Annamaria Giannini dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza, per individuare e contrastare le discriminazioni di genere in essere.
Allontanandosi dai numeri, Camussi ha mostrato ai partecipanti i dati qualitativi dell'indagine, ovvero i commenti rilasciati dalle intervistate. È emerso un bisogno di partecipazione e il tema dell'autoesclusione che spesso porta le donne a rinunciare alle proprie opportunita' di carriera.
(Red/ Dire)