Roma, 28 nov. - GSK Consumer Healthcare (GSK CH), azienda internazionale impegnata da anni nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni per il trattamento del dolore muscolo-scheletrico oltre che per altre aree terapeutiche, rinnova nel 2018 il proprio impegno nell'analisi e nella comprensione di quella che e' una vera e propria pandemia silenziosa a livello globale e una costante nella quotidianita' degli italiani. Anche quest'anno, GSK Consumer Healthcare si e' fatta promotrice del Global Pain Index (Gpi), un'indagine globale sul dolore e sul dolore muscolo-scheletrico che per la sua terza edizione ha coinvolto oltre 24.000 persone in 24 Paesi, mettendo in luce importanti fattori culturali, ma anche psicologici e relazionali, che contribuiscono a rendere il dolore muscolo-scheletrico una barriera per il benessere delle persone e delle societa'. Nel Belpaese sono stati coinvolti ben 1.000 individui: un campione rappresentativo sensibilmente ampliato rispetto alle precedenti edizioni, che ha permesso di dipingere molto bene lo scenario del dolore in Italia.
Il 93% degli italiani intervistati ha riportato episodi di dolore nell'ultimo anno e i dati rivelano che i piu' colpiti sono i lavoratori d'ufficio. A soffrire di piu' a causa del dolore muscolo-scheletrico sono infatti coloro che lavorano alla scrivania (31% vs 26% dei lavoratori manuali), residenti nelle aree urbane (66% vs 22% dei residenti nelle aree rurali) e con un reddito elevato (43% vs 35% di chi ha un basso reddito). Se genitori, il problema aumenta (58% vs. 42% senza figli).
"Un profilo che non stupisce, se si pensa alle molteplici tipologie di dolore muscolo-scheletrico, tra cui mal di schiena e dolore cervicale, ma anche dolori muscolari generici e a livello di tendini e articolazioni. Disturbi spesso dovuti alla sedentarieta', al sovrappeso, ma anche a stress e stili di vita scorretti- spiega Claudio Cricelli, Presidente Simg (Societa' Italiana di Medicina Generale)- I risultati dell'indagine tracciano un quadro preoccupante, non solo per l'ampia diffusione del dolore muscolo-scheletrico, ma anche per la sua gestione da parte di chi ne soffre. I dati dicono che l'82% degli italiani non intervengono al manifestarsi del dolore, ma aspettano prima di affrontarlo. Questo e' un atteggiamento rischioso, poiche' il dolore e' un campanello d'allarme del nostro organismo ed e' importante non trascurarlo, individuarne le cause sottostanti e intervenire tempestivamente. Intervenire sin dalla comparsa dei primi sintomi, permette di evitare un aggravarsi del dolore, con le relative conseguenze sulla qualita' di vita, e un ricorso a soluzioni piu' invasive".
Un impatto, quello sulla qualita' di vita, di cui gli italiani sono consapevoli, con risvolti anche nelle relazioni sociali e nell'attivita' lavorativa. L'89% degli italiani intervistati dichiara di essere meno motivato sul lavoro a causa del dolore muscolo-scheletrico e l'86% riconosce che questo influisce negativamente sulla propria produttivita'. Inoltre, quasi la meta' degli intervistati (47%) afferma che il proprio dolore influenza anche le persone che li circondano. Importanti anche gli effetti sulla sfera personale, sull'identita' sociale e l'immagine di se', con l'Italia in linea con tutti i 24 Paesi coinvolti. A livello globale, 4 intervistati su 5 (75%) dichiarano di sentirsi persone migliori nei giorni in cui non hanno dolore, l'82% riconosce che il dolore influisce nel loro modo di relazionarsi con gli altri e il 74% dichiara che il dolore incide sulle proprie azioni.
Oltre la meta' degli italiani intervistati (56%) vorrebbe che fosse fatto di piu' contro il dolore muscolo-scheletrico e in particolare le aspettative sono rivolte agli esperti, come medico e farmacista. Una richiesta di aiuto che sorprende, se si pensa che per 1 italiano su 2 (52%) il dolore e' qualcosa di personale, di cui non si parla, e 6 su 10 (62%) hanno dichiarato che quando hanno dolore fingono di stare bene. Eppure, quando decidono di intervenire, gli italiani si aspettano serieta' e chiedono l'aiuto degli esperti, come il medico, a cui si rivolge l'85% degli intervistati, o il farmacista, primo punto di riferimento per il 66%. Tuttavia, in molti non si sentono pienamente capiti e vorrebbero maggiore comprensione e attenzione. Sono il 56% gli italiani che non hanno trovato risposte chiare in farmacia e il 35% vorrebbe che il proprio medico sia piu' comprensivo e riconosca l'impatto del dolore sulla propria vita.
"L'indagine ha messo in luce un aspetto importante, quello del rapporto medico-paziente, e conferma il ruolo chiave degli specialisti per favorire una maggiore informazione e l'adozione di comportamenti corretti per contrastare e gestire il dolore muscolo-scheletrico- commenta Cricelli- Il medico di medicina generale e' spesso il primo punto di riferimento in caso di dolore muscolo-scheletrico ed e' importante, fin dalla prima visita, approfondire con il paziente tutti gli aspetti del dolore, per comprenderne a fondo l'impatto, l'entita' e valutare le azioni successive piu' idonee, volte a individuare le cause sottostanti il dolore e a intervenire tempestivamente nella sua gestione. Medico e paziente devono quindi essere alleati nell'instaurare un dialogo il piu' possibile chiaro e approfondito sull'episodio di dolore, per individuare insieme il percorso diagnostico e terapeutico piu' idoneo".
(Red/ Dire)