Roma, 16 mag. - "Ad oggi sono stati compresi tutti i meccanismi responsabili delle malattie genetiche o a larga componente genetica. Il primo meccanismo viene fuori dalle mutazioni trasmesse dai genitori (le mutazioni segreganti)". Lo spiega Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesu' di Roma (OPBG), intervistato dalla Dire.
"Ognuno di noi e' portatore di una serie di mutazioni nascoste nel nostro organismo- continua il genetista- sono mutazioni recessive che si manifestano in certi contesti. Quando una mia mutazione recessiva e' analoga a una mutazione recessiva dello stesso gene presente anche in mia moglie, uno dei nostri figli ne sara' affetto".
Ogni coppia di genitori normali "trasmette una serie di nuove mutazioni, e queste sono di vari livelli. Per anni abbiamo scoperto il rapporto che esiste tra le eta' materne avanzate e la non disgiunzione cromosomica: la presenza di aneuploidi cromosomiche, la trisomia 21 (la sindrome di Down) e' un tipico esempio. Non avevamo capito, fintanto che si sono rese disponibili le tecniche di sequenziamento di seconda generazione di analisi genomica, che ogni coppia di genitori normali a ogni concepimento produce una serie di nuove mutazioni dell'ordine di 70 - 80 - 90 nuove mutazioni- continua il genetista- che sono soprattutto appannaggio del padre. C'e' una correlazione molto lineare tra l'aumento dell'eta' paterna e l'aumento di queste mutazioni. Un padre di 35 anni puo' trasmettere 70 nuove mutazioni con quel gamete, dopo 5-10-20 anni ne trasmettera' 80 - 90 - 100".
Ci sono poi le mutazioni successive al concepimento, che avvengono durante lo sviluppo embrionale. "Sono dovute al fatto che il nostro DNA non e' trasmesso come un bastoncino o una bacchetta. Contiene delle sequenze mobili che si spostano e questi elementi - cosiddetti 'trasponibile genoma' - si cambiano da un posto all'altro, vanno a occupare nuove posizioni del genoma e cio' avviene con la frequenza di milioni di volte in ogni individuo. È tutto un campo su cui sappiamo pochissimo- conferma il direttore scientifico dell'OPBG- poi ci sono le variazioni che sono interindividuali, presenti nel genoma di ogni persona che agendo con l'ambiente concorrono al fenotipo delle malattie multifattoriali".
La genetica ha beneficiato di questa rivoluzione tecnologica. "Oggi le analisi genomiche ed esomiche (ovvero la parte codificante del genoma) e' possibile farle su larga scala in vari laboratori", spiega Dallapiccola alla Dire. Nell'ambito delle malattie rare si contano circa "5 mila malattie che hanno frequenze inferiori di un caso su 500 mila o di uno su un milione. Sono malattie che neanche un clinico esperto riesce a diagnosticare. Siccome al 90% e oltre sono genetiche, con l'aiuto di tecniche genomiche siamo in grado di andare a definire le basi biologiche. Significa mettere un nome alle malattie, capire il meccanismo con cui quella malattia e' venuta fuori, fornire una consulenza genetica mirata alla famiglia, sapere esattamente se quella malattia e' stata un evento mutato in quella gravidanza o se c'e' qualcosa di predisponente nei genitori che si ripetera' nelle successive gravidanze. Infine, vuol dire migliorare il programma di presa in carico e qualche volta arrivare alla medicina di precisone, che e' la correzione di un difetto specifico che si applica ancora per pochissime malattie costituzionali".
Il progresso fatto nelle conoscenze delle basi biologiche della malattia ha trainato il settore della ricerca destinata a migliorare le terapie. "C'e' stata una svolta straordinaria del trattamento basato sulla terapia genica da ormai 15 anni- aggiunge Dallapiccola- grazie a una serie di eventi, innovazioni conoscitive e dei metodi per trasferire all'interno della cellula malata il gene di interesse, che permette di aver successo".
Esemplificativo di questa esperienza e' cio' che e' capitato alla talassemia: "In Italia ci sono due milioni di portatori e migliaia di pazienti affetti. Ricordo che da giovane medico nel Ferrarese, zona di alta frequenza di questa malattia insieme alla Sardegna, alla Sicilia e alle zone meridionali in generale, i pazienti morivano mediamente a 15 anni. Successivamente sono arrivate le terapie chelanti da rimozione del deposito di ferro, poi il trapianto di midollo e dallo scorso anno anche noi abbiamo realizzato con successo i primi quattro trapianti basati sulla terapia genica di pazienti con talassemia. Tre mesi dopo il trattamento son diventati non piu' dipendenti dalle trasfusioni. È una rivoluzione- sottolinea l'esperto- pensiamo anche a una malattia letale come l'atrofia muscolare spinale di tipo 1, la malattia di Werdnig-Hoffmann, dove dallo scorso anno con una singola puntura si evita che il bambino a un anno di vita muoia per paralisi di muscoli intercostali, del diaframma e della respirazione. Purtroppo di miracoli scientifici di questo tipo se ne cominciano a contare parecchi, ma sono sempre poche rispetto alle legittime aspettative dei genitori dei pazienti. Le promesse di grande successo che il programma genoma umano prometteva stanno arrivando un po' piu' lentamente del previsto. Siamo convinti che e' stata imboccata una strada importante- conclude Dallapiccola- ed e' giusto che i medici, i pediatri, si continuino ad aggiornare su tutto, partendo dal principio che quello che non riusciamo a fare oggi probabilmente riusciremo a farlo domani".
(Red/ Dire)