Milano, 25 lug. - Ogni anno in Italia 3.600 nuove diagnosi di tumore del rene negli uomini (il 40% del totale in questa popolazione) sono dovute al fumo di sigaretta, cosi' come sulle donne, seppur con una percentuale inferiore al 25%, cioe' a 1.150 casi. I tabagisti presentano un rischio del 50% piu' elevato di sviluppare la piu' diffusa forma del tumore del rene, il carcinoma a cellule renali, rispetto a coloro che non hanno mai fumato: nel 2017 sono state stimate 13.600 nuove diagnosi in Italia (9.000 uomini e 4.600 donne). E proprio alle nuove strategie nella lotta contro questa neoplasia e' dedicatol'incontro di Milano.
Per i pazienti colpiti dalla malattia in fase avanzata da oggi e' disponibile una terapia mirata innovativa, tivozanib, in grado di migliorare la qualita' di vita grazie a un ottimo profilo di tollerabilita'. "Tivozanib appartiene a una classe di farmaci a bersaglio molecolare che hanno la capacita' di colpire obiettivi cellulari precisi e impedire la crescita del cancro", spiega Camillo Porta dell'Oncologia medica di 'San Matteo' di pavia.
"In attesa che venga finalizzato nei prossimi mesi l'iter per la rimborsabilita' della molecola con l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa)- continua il dirigente medico- da luglio e' partito il 'programma di uso terapeutico tivozanib per il carcinoma a cellule renali' che consente ai pazienti del nostro paese di accedere in prima linea a questa terapia innovativa.
sappiamo che servono circa due anni perche' un farmaco approvato in Europa sia disponibile nel nostro paese, per cui la decisione di avviare il programma di uso terapeutico e' molto importante".
La sopravvivenza a 5 anni in Italia e' pari al 71% (70% uomini e 72% donne), statisticamente piu' elevata della media europea (60,6%) e del Nord Europa (55,8%). Circa il 30% dei pazienti arriva alla diagnosi in stadio avanzato e in un terzo la malattia si sviluppa nella forma metastatica dopo l'intervento chirurgico con limitate possibilita' di trattamento. I principali siti metastatici riguardano polmoni, fegato, ossa e cervello. Quindi il 30% dei casi guarisce grazie alla sola chirurgia. Oltre al fumo, tra i principali fattori di rischio ci sono anche il sovrappeso e l'obesita' (all'eccesso ponderale e' attribuito circa un quarto dei casi), l'ipertensione arteriosa (associata a un incremento del 60% delle probabilita' rispetto ai normotesi) e l'esposizione professionale a sostanze tossiche.
Secondo il responsabile oncologico di medicina genitourinaria all'istituto nazionale dei tumori di Milano, Giuseppe Procopio, "i sintomi della malattia non sono specifici e possono essere sottovalutati o confusi con altre condizioni come la calcolosi renale". Infatti Procopio invita a essere piu' attenti. I segnali piu' frequenti sono rappresentati da ematuria, cioe' dalla presenza di sangue nelle urine, da dolore sordo al fianco o dalla presenza di una massa palpabile nella cavita' addominale a livello del fianco. "Il 60% delle diagnosi avviene infatti casualmente- dice- come diretta conseguenza dell'impiego, sempre piu' diffuso, della diagnostica per immagini in pazienti non sospetti in senso oncologico. Nel cancro del rene la chemioterapia e la radioterapia si sono dimostrate, storicamente, poco efficaci".
Procopio fa sapere che fino al 2005 "le terapie per i pazienti colpiti dalla forma metastatica erano molto scarse, oggi abbiamo a disposizione 13 farmaci attivi che includono terapie mirate e immunoterapiche. Si tratta di un enorme passo in avanti che ha permesso di triplicare la sopravvivenza a 5 anni nella malattia metastatica, passando dal 10% a oltre il 30%. L'obiettivo- conclude- e' rendere cronica la malattia garantendo una buona qualita' di vita". Un risultato sempre piu' vicino, visto che oggi nel nostro paese vivono circa 130.000 persone dopo la diagnosi, con un incremento del 31% rispetto al 2010.
(Red/ Dire)