Roma, 20 giu. - "Bene ha fatto il ministro Grillo a porre tra i primi interventi della sua attivita' di ministro una rinnovata attenzione al problema delle lunghe file d'Attesa. Abbiamo un SSN di elevata qualita' sotto il profilo dell'assistenza ai malati. L'approccio clinico e' tra i migliori al mondo e siamo in grado di offrire una presa in carico personalizzata ad ogni paziente, di qualsiasi eta', di qualsiasi condizione Sócio-economica e soprattutto con qualsiasi diagnosi, senza eccezioni. Ma il nuovo piano diagnostico-terapeutico e assistenziale (PDTA), fortemente personalizzato , stenta a decollare. Non e' facile garantire le due prerogative essenziali previste dalla nostra Costituzione : l'universalita' e la gratuita'. È proprio nelle lunghe file d'attesa che scatta la discriminante Sócio-economica tra i cittadini. Chi puo' aggira le file e ricorre ai servizi offerti dai privati, anche non convenzionati, all'attivita' intramoenia, o piu' semplicemente all'annosa piaga italiana delle raccomandazioni, della rete di amici e di amici di amici. Non si puo' attendere sei-otto mesi per indagini radiologiche ormai ritenute essenziale per la diagnosi. Il metodo occhio-metrico, il buon vecchio occhio clinico, e' del tutto insufficiente per legittimare una diagnosi, anche davanti all'aggressione sistematica della medicina difensiva. Occorrono prove". Lo afferma la senatrice Paola Binetti, Udc.
"Ma non si puo' decidere se non ci sono indagini appropriate e non si possono fare indagini per una serie di vincoli legati alla scarsita' di personale, alla lentezza delle macchine, alle complicanze burocratiche", prosegue la senatrice Paola Binetti, Udc, che continua: "Solo nove letti per l'hospice di Latina; e' facile immaginare come risulti inadeguato a coprire i bisogni di una zona vastissima, per garantire cure palliative non solo ai malati oncologici, ma anche a quelli affetti da patologie neurodegenerative, o ai pazienti con Alzheimer. Con nove letti non si possono soddisfare bisogni che sono diritti acquisiti da una popolazione che abbraccia un immenso territorio. Tagliare le file d'attesa pero' non sara' facile perche' non basta documentare una situazione che e' sotto gli occhi di tutti.
Occorre individuare soluzioni; cambiare modelli di intervento; valorizzare figure professionali che restano ancora troppo sullo sfondo, come i medici di famiglia e gli infermieri domiciliari. Ma occorre soprattutto ristabilire un diverso equilibrio tra medicina ospedaliera e medicina territoriale. Tra assistenza in clinica e assistenza a casa, valutando oro e contro di ciascuna, a anche e soprattutto l'appropriatezza delle scelte. Oncologi e palliativi sti troppo spesso invece di avviare interventi dopo cooperativo e solidarizzante, si disperdono in conflittualita' competitive, per una insufficiente definizione di ruoli e di responsabilita'".
"Valuti il ministro Grillo come definire la figura del palliativista, magari con una Specializzazione ad hoc; oppure come ricondurre la formazione del medico di medicina generale nello stesso alveo accademico di tutte le altre specializzazioni. Le file si possono abbattere se si creano nuovi modelli di integrazione interprofessionale, in cui la competenza condivisa tra piu' figure consente di farsi carico dei pazienti senza avviarlo in percorsi rigidamente specialistici. La competenza di cura deve riconoscere al medico la possibilita' di intervenire in una pluralita' di situazioni, che riducono la frammentazione delle prestazioni offerte dai medici", conclude la senatrice Binetti.
(Red/ Dire)