Roma, 7 feb. - "L'infezione da virus Ebola rappresenta ancora una delle maggiori minacce su scala globale per la razza umana e l'Organizzazione Mondiale della Sanita' tiene alto il livello di allarme e corre ai ripari utilizzando tutte le risorse disponibili. Tra queste c'e' il progetto PEVIA, finanziato dalla Comunita' Europea nell'ambito IMI (Innovative Medicines Initiative), che mette insieme quattordici partners di sei diversi paesi. L'Italia e' rappresentata dall'INMI Spallanzani, principal investigator del progetto sono Giuseppe Ippolito, Maria Rosaria Capobianchi e Antonino Di Caro". Cosi' in un comunicato l'Istituto INMI 'Lazzaro Spallanzani'.
"La gravita' del recente focolaio di Ebola nell'Africa occidentale ha raggiunto proporzioni storiche e ha messo in evidenza la suscettibilita' delle popolazioni mondiali agli agenti patogeni. Non sono attualmente disponibili vaccini o farmaci antivirali per la prevenzione o il trattamento delle infezioni da virus Ebola nell'uomo. L'enorme estensione dell'epidemia in Africa occidentale e il fallimento del sistema sanitario nel contenere l'infezione, sottolineano la necessita' di un rapido sviluppo di vaccini sicuri ed efficaci. Il progetto PEVIA- spiega la nota- ha lo scopo di sviluppare vaccini anti-Ebola di seconda generazione, sicuri ed efficaci contro molteplici ceppi di Ebola, semplici da produrre e distribuire su larga scala nelle regioni endemiche. Questo progetto, ufficialmente avviato il 4 ottobre 2017 (durata 72 mesi, budget totale 11,7 milioni di euro) mira anche allo sviluppo di saggi funzionali innovativi per accelerare lo sviluppo di nuovi candidati vaccinali contro EBOV e Filovirus, e test diagnostici.
"Il progetto PEVIA potrebbe avere un impatto significativo sulla salute globale- conclude il comunicato- ed aumentare la capacita' di risposta alle future epidemie di Ebola e di altre febbri emorragiche da filovirus".
(Red/ Dire)