Roma, 7 feb. - "Il tema delle mutilazioni genitali femminili e' diventato di grande attualita' soprattutto dopo i grandi flussi migratori avvenuti in Italia, dove ormai vivono tante donne che le hanno subite, moltissime addirittura nel nostro Paese.
Cosa puo' fare l'ordine dei medici in questo senso? Innanzitutto informare gli operatori su quello che potrebbero ritrovarsi davanti nella loro quotidiana attivita' professionale, ma anche formarli su come creare le condizioni per un dialogo con queste donne e cercare di venire loro incontro". Cosi' il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, intervistato dall'agenzia Dire a Roma in occasione del convegno dal titolo 'Assistenza sanitaria per portatrici di Mutilazioni genitali femminili in Europa', organizzato al Cnr dal Comitato unico di garanzia, presieduto da Gabriella Liberati, con l'Associazione internazionale 'Karol Wojtyla'.
"Tra le altre cose- ha proseguito Magi- in Italia ci sono dei centri di eccellenza per quanto riguarda la parte della ricostruzione non solo estetica, ma anche funzionale delle parti mutilate. Ed e' importante che i nostri medici sappiano indirizzare queste donne nei giusti centri di riferimento". In questo processo di formazione e informazione dei camici bianchi sulle Mgf, secondo Magi dovrebbero essere coinvolti "sia i medici di medicina generale sia soprattutto i ginecologi- ha sottolineato- ma non solo loro: anche gli urologi intervengono molto spesso su questo tipo di problematica, tanto e' vero che molte complicazioni sono proprio di natura urologica. Quando per esempio c'e' una ricucitura nelle parti intime, questa puo' creare uno scarso passaggio di urine ed un ristagno delle stesse- ha concluso il presidente dell'Omceo Roma- quindi portare ad un'infezione urinaria".
(Red/ Dire)