Roma, 4 apr. - "Si calcola che il 10-12% degli individui in eta' evolutiva, bambini e adolescenti, abbia disturbi nell'ambito del comportamento o dell'apprendimento. Abbiamo quindi disturbi funzionali, legati al comportamento, oppure disturbi di tipo strutturato, come i disturbi dell'apprendimento, l'Adhd e l'autismo". Ne parla alla Dire Francesco Macri', professore aggregato di Pediatria dell'Universita' La Sapienza di Roma, membro del consiglio direttivo della Sip (Societa' italiana di pediatria) e vicepresidente della Siomi (Societa' italiana di omeopatia e medicina integrata).
Il fenomeno e' molto diffuso e acquista rilevanza perche' l'incidenza e' in aumento: "Oggi nel nostro paese si calcola che 30.000 bambini e 300.000 adolescenti siano affetti da depressione. Per quanto riguarda i casi di autismo- continua il pediatra- siamo intorno ai 100.000 in Italia e circa 1 milione di bambini e adolescenti e' affetto da disturbi della sfera dell'apprendimento, della disattenzione, ecc.".
È aumentata l'incidenza di questi disturbi "perche' si e' ridotta l'incidenza di quelli che prima erano gli altri problemi: le patologie acute infettive. Questo ha messo in evidenza le problematiche che in passato erano in secondo piano. In piu'- aggiunge Macri'- le nuove problematiche sono aumentate anche a causa di fenomeni legati ad aspetti di tipo epigenetico, dove l'ambiente determina in qualche modo degli effetti negativi sullo sviluppo del sistema nervoso e dei comportamenti".
"È importante che il pediatra sia pronto a rispondere di fronte a questi cambiamenti storici della patologia del bambino", afferma alla Dire Macri', che aggiunge: "La formazione del pediatra deve entrare in modo piu' deciso in questi ambiti, in quanto sono problemi che saranno sempre piu' rilevanti".
Il pediatra deve essere in grado "di capire se si trova in un ambito di disturbo strutturato o non strutturato. Se il disturbo non e' strutturato- precisa il medico- spettera' a lui dare dei consigli. Dovra' quindi avere una formazione che possa essere ufficiale nell'ambito delle strutture universitarie, oppure autonoma in modo da poter rispondere a queste problematiche. Se il disturbo e' strutturato c'e' bisogno di un appoggio da parte di strutture in cui lavorano i professionisti del settore". Il disturbo e' strutturato quando "interferisce con la quotidianita' del bambino", spiega il professore. I disturbi del temperamento riguardano, ad esempio, "il 30% dei minori (il bambino timido, aggressivo, oppositivo), ma questo non significa che il 30% dei bambini abbia bisogno di un approccio psicoterapeutico. Un bambino puo' essere timido e questo non e' un problema in generale- continua il membro della Sip- ma se la sua timidezza gli impedisce di giocare con gli altri, di fare sport o di andare a scuola, la sua vita sara' penalizzata e il disturbo diventa strutturale. In questo caso- conclude- serve un intervento terapeutico".
(Red/ Dire)