Speranza vita a 65 anni piu' elevata 1 anno per entrambi generi
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 27 set. - I notevoli progressi della sopravvivenza e la contestuale riduzione della fecondita' in Italia hanno rivoluzionato la struttura demografica della popolazione, posizionando il nostro paese tra i primi al mondo per invecchiamento della popolazione. In ambito europeo l'Italia ha il piu' elevato indice di dipendenza (rapporto tra la popolazione in eta' non attiva e la popolazione in eta' attiva), con una quota molto bassa di giovani e una quota di anziani tra le piu' elevate. E' quanto emerge dal rapporto Istat 'Anziani: le condizioni di salute in Italia e nell'Unione Europea - Anno 2015'.
In Italia, la speranza di vita a 65 anni (18,9 anni per gli uomini e 22,2 per le donne nel 2015) e' piu' elevata di un anno per entrambi i generi rispetto alla media Ue, ma dopo i 75 anni gli anziani in Italia vivono in condizioni di salute peggiori.
Per le patologie croniche, nel confronto con i dati europei, emergono in generale migliori condizioni degli italiani tra i meno anziani (65-74 anni), con prevalenze piu' basse per quasi tutte le patologie e, all'opposto, condizioni peggiori oltre i 75 anni. Circa un anziano su due soffre di almeno una malattia cronica grave o e' multicronico, con quote tra gli ultraottantenni rispettivamente di 59,0% e 64,0%.
Il 37,7% degli anziani riferisce di aver provato dolore fisico, da moderato a molto forte, nelle quattro settimane precedenti l'intervista, valore inferiore alla media Ue e simile a quanto rilevato per la Spagna.
Il 23,1% degli anziani ha gravi limitazioni motorie, con uno svantaggio di soli 2 punti percentuali sulla media Ue, principalmente dovuto alla maggiore quota di donne molto anziane in Italia.
Le donne riportano meno frequentemente malattie croniche gravi ma piu' multicronicita' e limitazioni motorie o sensoriali.
Lamentano piu' degli uomini dolore fisico da moderato a molto forte (45,4% contro 27,6%). Tra le ultraottantenni la percentuale arriva al 58,6% a fronte del 39,2% degli uomini.
In Italia la grave riduzione di autonomia personale riguarda oltre un anziano su dieci. Il fenomeno e' in linea con la media dei paesi Ue per i 65-74enni, superiore tra gli over75, in particolare per le donne.
(Red/ Dire)