Chikungunya, incontro tra medici romani ed esperti infettivologi
Lavra: Bene che stampa divulghi, ma l'informazione scientifica e' nostro compito
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 11 ott. - Da mesi e' ormai allerta chikungunya, la malattia virale trasmessa all'uomo dalla puntura di un particolare tipo di zanzara tigre. Se ne e' parlato molto a partire dai casi di contagio verificatisi in Italia, eppure sul tema chikungunya ci sono ancora numerosi dubbi, in particolare sulle modalita' di trasmissione e sul riconoscimento dei veri sintomi della malattia. Proprio per fare chiarezza, sabato scorso nella Sala Teatro del Santo Spirito della Capitale, si e' tenuto un confronto scientifico-informativo, voluto dall'Ordine dei Medici di Roma, durante il quale i maggiori esperti del settore hanno incontrato i colleghi romani per fornire loro tutte le evidenze epidemiologiche e cliniche utili a riconoscere la malattia, prevenirla e, soprattutto, curarla.
"E' un virus che ancora a molti di noi medici e' sconosciuto. La stampa ne ha parlato molto e questo e' un bene: la popolazione deve essere informata. Ritengo che i media abbiano il compito di fare divulgazione su queste vicende ma senza sconfinare in notizie e conclusioni che non hanno base scientifica e che possono suscitare allarmismi esagerati o comportamenti non appropriati da parte dei cittadini. La corretta informazione scientifica deve sempre passare attraverso i professionisti esperti del settore e arrivare direttamente a chi deve prendersi cura del paziente, quindi attraverso le istituzioni e anche gli Ordini professionali, che devono continuare a potenziare questa specifica funzione. L'Ordine dei medici di Roma si muove da tempo in tale direzione e questa iniziativa ha proprio l'obiettivo di dare ai nostri colleghi la giusta informazione per riconoscere e trattare appropriatamente il virus ". Cosi' Giuseppe Lavra, presidente dell'Ordine, ha riassunto l'obiettivo dell'incontro.
L'iniziativa e' stata organizzata da Ernesto Cappellano, consigliere dell'Ordine capitolino, con l'intento di fornire agli iscritti un'occasione per agire piu' consapevolmente e congiuntamente contro la malattia fin dai primi sintomi, al fine di limitarne i danni e la propagazione. Il primo a intervenire tra i relatori e' stato Lavra, cui hanno fatto seguito gli interventi di Giovanni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive, parassitarie immunomediate dell'Istituto Superiore di Sanita' (ISS) ed di Emanuele Micastri, dell'Istituto Nazionale Malattie Infettive (INMI) Spallanzani.
Rezza ha si e' soffermato in particolare sull'origine della malattia: "La chikungunya e' un virus della famiglia degli Alphavirus, e viene trasmessa all'uomo tramite la puntura di una zanzara femmina del genere 'aedes', come aedes aegypti, che vive in luoghi a clima tropicale, e aedes albopictus, che preferisce invece un clima temperato. E' arrivata in Italia dalla Georgia, negli Usa, probabilmente nascosta negli pneumatici dei Tir. Il virus, comunque, e' originario dell'Africa centrale e non sappiamo ancora se si origini anche in Asia o se venga importato di volta in volta con il cambio delle stagioni". Rezza hai poi chiarito quali fattori che hanno contribuito alla diffusione del virus chikungunya: "La globalizzazione ha sicuramente favorito la diffusione. L'uomo si sposta continuamente e con noi lo fanno anche i vettori della malattia, cioe' le zanzare. Negli ultimi anni il virus si e' diffuso in altre zone del mondo, come il sud dell'America. Ecco perche' sono aumentati i casi di contagio".
Sui sintomi della malattia e' invece intervenuto Micastri che ha spiegato: "La sintomatologia che caratterizza questa malattia e' costituita da febbre e forti dolori articolari, e in qualche caso un rash cutaneo. Il quadro clinico e' molto sono simile a quello dell'artrite reumatoide, tanto che lo specialista di riferimento in questa fase acuta della malattia e' il reumatologo e non l'infettivologo".
Per quello che riguarda le linee guida di terapia- ha continuato Micastri- nella fase acuta e' bene evitare di somministrare cortisone e steroidi. La letalita' e' molto bassa e legata quasi sempre ad una prescrizione inappropriata dei farmaci, o alla comorbilita', ma per tutti noi medici e' fondamentale saper riconoscere subito e trattare appropriatamente la malattia, perche' spesso dopo la fase acuta essa ha causato artriti persistenti". Interventi cui sono seguite molte domande di approfondimento da parte dei medici presenti, a testimonianza dell'interesse raccolto dall'iniziativa dell'OMceO di Roma.
(Red/ Dire)
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